«Io e mio marito senza lavoro»
Ecco come si vive con 600 euro al mese

Prima è entrata in cassa integrazione lei, operaia al linificio di Villa d'Almè, poi è stato licenziato lui, muratore per un'impresa edilizia impegnata in un grande cantiere bergamasco. Da giugno 2009 a oggi la famiglia P. (papà, mamma e un bimbo di tre anni e mezzo), di Villa d'Almè, ha perso uno stipendio e mezzo e da un anno vive con 600 euro al mese, la cassa integrazione di lei. «Ormai non penso più al futuro – dice la donna, 44 anni – vivo giorno per giorno. Dico solo che mio marito ha risposto a tutti gli annunci e tutti i giorni manda nuovi curriculum: noi la ripresa di cui tutti parlano non la vediamo».

R. ha lavorato da quando era giovane al linificio, poi un anno fa la cassa integrazione proprio mentre il marito veniva lasciato a casa da un'impresa edilizia. «Io ho avuto gli ammortizzatori sociali – racconta – mio marito invece non ha avuto nessun salvagente: l'alternativa era tra il licenziamento o andare a lavorare in un cantiere del sud Italia». L'affitto, le bollette, tutto da coprire con 600 euro al mese in tre. «Meno male che c'è stata mia sorella a darmi una mano – spiega R. – e la parrocchia, ma anche i servizi sociali, perché invece le banche quando sentono parlare di cassa integrazione non ti concedono nessun prestito e lo stesso le finanziarie». «Per me i buoni spesa di 200 euro e il buono bollette di 200 euro sono stati una salvezza – racconta –: cerco di risparmiare su luce e gas per riuscire a far durare il buono il più possibile».

La spesa non si fa più nel centro commerciale, ma al discount sotto casa, il riscaldamento lo si accende il meno possibile «anche se con il bimbo piccolo come si fa» e qualche volta si accetta volentieri un pranzo a casa dei familiari per risparmiare un po'. I vestiti si comprano solo se necessari, e il jeans si prende dai cinesi e non certo nello store di marca.

Leggi le due pagine di inchiesta su questo argomento su L'Eco di Bergamo dell'11 ottobre

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