Silvia Betti uccisa con 9 coltellate
3 quelle mortali, venerdì i funerali

Nove coltellate, di cui tre alla schiena e sei sferrate sul collo, sul torace e sull'addome. Proprio tre di queste - quelle che hanno tranciato di netto la giugulare e quella che ha brutalmente lacerato il fegato - sarebbero bastate, da sole, a provocare la morte per dissanguamento nel giro di pochi istanti.

È morta così Silvia Betti, la 48enne originaria di Milano, uccisa martedì nel suo appartamento di Treviglio dal marito, Luigi Marenzi, 51 anni, ora rinchiuso nel carcere di via Gleno.

A stabilire quanti fendenti l'uomo ha sferrato sulla vittima è stato Zeno De Battisti, il medico legale che, su disposizione del magistrato, ha eseguito l'autopsia nella tarda mattinata di mercoledì nell'Unità di Anatomia patologica degli Ospedali Riuniti di Bergamo.

L'autopsia - che è durata un paio d'ore, dalle 12.30 alle 14.30 - ha rilevato anche diverse ferite alle mani e alla braccia, a dimostrazione che la vittima ha cercato di dinfendersi dall'aggressione del marito. All'esame autoptico hanno preso parte anche i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo.

La salma è stata poi composta nella camera mortuaria degli Ospedali Riuniti mentre i funerali saranno celebrati venerdì 15 ottobre alle 10,30 nella chiesa del cimitero di Lambrate (Milano).

Giovedì mattina, invece, l'omicida comparirà davanti al Gip deò tribunale di Bergamo, Patrizia Ingrascì, per l'interrogatorio di convalida dell'arresto. Si vedrà se davanti al giudice il 51enne di Treviglio deciderà di raccontare la propria verità oppure se si avvarrà nuovamenmte della facoltà di non rispondere, come aveva già fatto davanti al pm titolare dell'inchiesta, Carmen Santoro.

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