Il presidente dell'Arci:
«La morte di una via»

«Sospensione della vendita di alcolici, coprifuoco dalle ore 20,00, appartamenti da non dare a possibili nuovi residenti e dunque meglio renderli pubblici uffici che alle 17,00 divengono luoghi silenti. Pare siano questi gli interventi prossimi della Giunta del Comune di Bergamo, almeno così scrivono i giornali».

Dopo l'annuncio di Palazzo Frizzoni sulla vicenda di via Quarenghi interviene anche Massimo Cortesi, presidente dell'Arci Bergamo, che abita proprio in questa strada. E si domanda: «Ma è davvero così pericolosa via Quarenghi?  La gente ci chiama interessata ad una nostra proposta culturale ma quando diciamo che si svolge in via Quarenghi ne rifugge e i nostri  intenti di rassicurarla sono inutili, anche se in via Quarenghi non ci sono mai stati». 

«Ma è davvero così pericolosa la via?  I cattivi comportamenti, che vanno sanzionati, sono di tutti gli esercenti? Ma quali sono i fatti di violenza? C'è uno straccio di relazione che ne documenti i fatti e li confronti con il resto della città? C'è disagio nella via, ci sono situazioni che vanno sanate, c'è bisogno di una politica di coesione sociale, questo è indubbio. Ma la soluzione quale è? Quella di uccidere una via e blindandola (come? in che modo?) dalle ore 20,00 rendendola un deserto oppure di occuparla rendendola viva».

«Non parlo certo di fare la movida, io non vedo questa opzione come una azione di coesione sociale e di partecipazione, ma parlo di altre possibili azioni di coesione che già sono state presentate da tempo e da molte realtà. Non parlo di creare caos, già molte alcuni dei residenti non mi amano per le mie diverse posizioni, ma penso a tante piccole azioni di cittadinanza e di coprogettazione e cooperazione nel cercare di creare un piccolo sistema economico più attento al benessere delle persone (negozi di vicinato)».

«Inoltre - prosegue Massimo Cortesi - io penso che le azioni che curano il dolore ma non curano la malattia servono a poco. Ad esempio siamo così sicuri che il problema dell'ubriachezza sia causata solo dalla somministrazione dei bar? Si sa ormai da tempo che ci ha questo problema acquista più facilmente alcolici presso supermercati per via del prezzo di costo. Eliminare la somministrazione di alcolici vuol dire anche limitarla ai ristoranti?  Ma i bar delle vie limitrofe devono vietare la somministrazione di bevande alcoliche a chi poi frequenta la via Quarenghi? E i negozi?  Gli USA ci avevano provato, a eliminare la piaga dell'alcolismo, col proibizionismo ma sappiamo bene come è andata, qui invece abbiamo un proibizionismo "a zone" con sicuri ricorsi dei commercianti per un comportamento diseguale».

«Poi cosa vuol dire coprifuoco? Parola davvero strana. Foriera di brutti ricordi. L'assessore alla sicurezza c'è stato qualche mese nella via e poi si è trasferito in altri lidi, cosa ci racconta della sua permanenza nella via? Di sicuro verrò di nuovo attaccato,  uno dei residenti mi dirà che parlo così perchè vivo in un paesello, non fa nulla se poi magari nella mia zona sono avvenuti più fatti di sangue che in via Quarenghi, oppure che la presenza di immigrati è altissima (mentre prima i miei concittadini erano loro migranti), oppure che la droga è un problema anche del mio verde paesello come e ancor di più lo è  traffico. Vedremo il futuro cosa ci riserverà».

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