Il Pd: «Più facile sparare nel mucchio
che rilanciare con un piano di sviluppo»

«L'Eco di Bergamo di oggi - scrive il gruppo consigliare Pd - annuncia, da parte di palazzo Frizzoni, un giro di vite su via Quarenghi: chiusura dei negozi dalle ore 20, divieto di vendita di bevande alcoliche dalle 16. Il civico 33 potrebbe inoltre cambiare destinazione, da alloggi a canone moderato a uffici comunali. Non avendo ancora ricevuto comunicazioni ufficiali da parte della maggioranza, nonostante l'assessore Invernizzi avesse dichiarato già da diversi mesi di avere messo a punto un programma risolutivo, possiamo giudicare però il contenuto delle indiscrezioni».

«L'utilizzo di restrizioni orarie sulla vendita di bevande alcoliche in alcune zone problematiche della città, via Quarenghi inclusa, non è un'invenzione di questa giunta. Un'ordinanza analoga - prosegue il Pd - e che ci risulta ancora in vigore, emessa nel 2005 dall'amministrazione Bruni, vieta la vendita, l'asporto e la somministrazione di alcolici e superalcolici in via Quarenghi, Zambonate e Spaventa dalle ore 23. Il problema però è far rispettare i divieti imposti: è stato difficile in passato, facciamo fatica a pensare che ci si riesca ora che diventano più stringenti».

«La chiusura a tappeto di negozi ed esercizi dalle 20 in poi è in stridente contraddizione con le dichiarazioni di Tentorio e della sua giunta, che giudicavano importante puntare sulla vivibilità della nostra città anche per rilanciare la sicurezza. Come può un quartiere deserto, dove non passa più nessuno perché tutte le serrande sono abbassate, essere sicuro? Inoltre obbligare esercizi che operano nel pieno rispetto delle regole a chiudere così presto rischia di privare cittadini di servizi importanti (ad esempio i phone center, utilizzati soprattutto a tarda ora). Forse è più facile “colpire nel mucchio” che andare a reprimere i comportamenti davvero illegali e scorretti».

«Non condividiamo - dice il gruppo del Pd - il mutamento di destinazione, dalla realizzazione di appartamenti a canone moderato a uffici pubblici, per gli spazi del civico 33, di proprietà di Bergamo Infrastrutture. Il progetto era non solo stato approvato dalla giunta Bruni, ma anche appoggiato dalla Regione Lombardia che ha stanziato 1,5 milioni di euro per finanziarlo. Soldi che andranno persi se le indiscrezioni di stampa risulteranno veritiere. Non capiamo, in ogni caso, questo cambio di destinazione: gli alloggi non erano di edilizia popolare, rivolti cioè a particolari fasce di disagio. Poteva essere l'occasione per rivitalizzare il tessuto sociale di via Quarenghi, con l'arrivo di giovani coppie e famiglie».

«Manca infine, negli articoli apparsi sulla stampa, qualsiasi riferimento al rilancio del commercio: non vorremmo - dice il Pd - che l'amministrazione abbia trascurato questo importante aspetto della riqualificazione del quartiere».

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