Caravaggio niente bici al santuario
Il Rettore: Si rispetti il luogo sacro

«Lo scorso fine settimana è arrivato un gruppo di ciclisti sportivi da Milano. Volevano entrare a dire una preghiera nella basilica del santuario e a prendere dell'acqua al sacro fonte. Visto però il divieto di portare all'interno del parco le biciclette hanno deciso di rinunciare. Certo avrebbero potuto metterle nella rastrelliera che si trova nel parcheggio delle auto. Ma nessuno si fida a lasciare una bicicletta da corsa, che può arrivare a costare migliaia di euro, incustodita».

Il divieto di ingresso alle biciclette nel parco del santuario santa Maria del fonte di Caravaggio, deciso lo scorso settembre dal rettore don Gino Assensi per ragioni di sicurezza e di rispetto del luogo di culto, inizia a suscitare i primi malumori. E non solo, come in un certo senso era prevedibile, fra i fedeli di Caravaggio e dei paesi limitrofi abituati a raggiungere la basilica in sella alla loro bicicletta oppure semplicemente accompagnandola. Ma anche fra i numerosi ciclisti sportivi bergamaschi e provenienti anche dalle province limitrofe, che ogni giorno, ed soprattutto nel fine settimana, partono dalle loro abitazioni con direzione il santuario di Caravaggio.

Arrivati di fronte alle transenne installate all'ingresso del parco del santuario vengono colti da un attimo di indecisione sul da farsi. A quel punto l'unica possibilità che gli rimane è parcheggiare la propria bici nella rastrelliera che si trova nel parcheggio delle auto del santuario «nessuno però la vuole lasciare lì -afferma un ciclista sportivo di Zogno - non siamo soliti portarci dietro una catena per legare la nostra bicicletta. Ed anche se fosse non ce la sentiremmo di lasciarla incustodita. Una bicicletta da corsa può arrivare a costare migliaia di euro».

Il rettore don Gino Assensi non ha comunque intenzione di transigere sul divieto imposto alle biciclette di entrare nel parco del santuario e taglia corto: «Se non vogliono lasciare fuori le loro biciclette, non entrano». Alla base della decisione vi sono ragioni di sicurezza e di rispetto del luogo sacro. Sicurezza «perché - spiega il rettore- nel parco del santuario si verificano situazioni pericolose dovute al fatto che alcuni ciclisti a volte arrivano a ridosso dei pedoni rischiando di investirli». Rispetto «per il luogo perché piaccia no è comunque sacro».

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