Pendolari vittime sacrificali
«I tagli sono sulle nostre spalle»

Niente di nuovo e soprattutto nessuna notizia positiva per i pendolari ferroviari bergamaschi. Niente maggiore efficienza e produttività, niente ricerca di altre risorse. Restano solo tagli ed aumenti tariffari. Si è tenuta giovedì 14 ottobre in Regione Lombardia la runione sul trasporto pubblico locale. «L'assessore Raffaele Cattaneo - spiegano i pendolari - ci ha relazionato in merito alle trattative in corso col Governo, ribadendo peraltro che Tremonti non vuole cambiare il valore complessivo della manovra. Sull'entità dei tagli delle risorse ha precisato che questa sarà, per la Lombardia, di un importo tra i 150 e i 250 milioni di euro, il che non cambia la sostanza della ricaduta sul sistema del trasporto pubblico e sugli utenti se le sole modalità per recuperarle saranno aumenti tariffari (dal 15 al 35%) e tagli ai servizi (dal 5% al 15%)».

Argomento della riunione anche il trasferimento modale dal privato al pubblico: «La nostra politica in questo senso non è cambiata» ha detto Cattaneo anche se ancora non si è parlato di tempistiche e di modalità. E se per i pendolari l'attenzione si concentra sull'aumento delle tariffe, i pendolari hanno proposto di ricorrere al decreto legislativo 398/1990, che prevede la possibilità, da parte delle Regioni, di introdurre una piccola accisa sulla benzina, la risposta è stata pregiudizialmente negativa.

E i pendolari sono molto duri nei confronti del mondo politico: «Si è in realtà già deciso che il trasporto costa troppo e che a pagare la manovra economica debbano essere quei cittadini virtuosi che utilizzano il mezzo pubblico - scrivono in un comunicato -. Mentre ci auguriamo che queste sia solo nostre supposizioni, sollecitiamo tutti i pendolari italiani a ribellarsi a questo possibile complotto che, di fatto, vuole scaricare sugli utenti del trasporto pubblico buona parte dei costi di una crisi economica, certo non da loro provocata».

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