«Non mollare, tifiamo per te»
Il mondo del rugby è con Fede

Fede non è di quelli che molla. È uno che in campo ha una grinta che hai voglia a stargli dietro. Con la freschezza dei suoi 16 anni, è un vero duro. Uno che aveva detto no a cambiare squadra: anche se gli under 18 a Brembate Sopra non ci sono ancora, avrebbe aspettato un altro anno ma no, gli amici non si mollano. È un «Black Eagle» lui, Federico. E nel mondo del rugby ci è entrato tre anni fa dalla porta principale, spalle larghe e sorriso da conquistador. Quanto mancava quell'esuberanza ieri sera in campo. Fede non c'era: stop all'allenamento e a tutte le attività.

Non hanno parole i duri del rugby. Non hanno che incredulità. Da Rovetta a Como, da Dalmine a Zogno passando per Bergamo, decine di post su Facebook e di telefonate ai mister dei «Black» arrivano tutte lì, nella sala d'attesa della Neurochirurgia dei Riuniti.

I pensieri dei duri del rugby sono lì, fusi nell'angoscia della mamma, del papà e della sorella di Fede. Lui è lontano. Nelle stanze gelide della rianimazione è appeso ai fili delle macchine.

Lunedì Federico sulla sua Enduro Hm stava tornando a casa. Al rondò di Barzana una Y10 gli è piombata addosso. Passava di lì un compagno di squadra e ha visto il casco sulla strada. «È come quello del Fede» ha detto alla mamma a fianco a lui. Poi l'hanno visto a terra, lo stavano intubando.

«Cos'è che si può dire?». La voce di Marco Serafini è un filo. «Era, è uno di noi» mormorava ieri sera. «Abbiamo cominciato insieme tre anni fa e Fede è stato tra i primi tesserati». Marco, 46 anni, è uno degli allenatori dei «Black Eagles» di Brembate Sopra, la squadra del rugby giovanile fondata da Elio Taiocchi e Luigi Lasala.

La passata stagione la gioca con il Rugby Bergamo 1950, perché a Brembate non c'è la squadra degli under 16. Però quest'anno ha deciso che anche se non può stare in partita, resta nel suo paese, tra i suoi amici, con i suoi allenatori. Boia chi molla.  «Era un ragazzino tre anni fa – piange Elio Taiocchi – e sta diventando un uomo. È un combattente, anche nella vita. È un ragazzo meraviglioso».

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