L'architetto Giovanni Greppi
Dalmine ne recupera gli edifici

È stato firmato nei giorni scorsi il contratto per la «Redazione della normativa per interventi di recupero su edifici di interesse storico architettonico progettati da Giovanni Greppi a Dalmine nel ‘900». L'accordo, che rientra nell'impegnativo processo di redazione del Piano di Governo del Territorio, segna così una nuova occasione di collaborazione tra l'Amministrazione comunale e la Facoltà d'Ingegneria dell'Università degli Studi di Bergamo.

«L'intento del nostro PGT – spiega Fabio Facchinetti, Assessore all'Urbanistica del Comune di Dalmine – è quello di definire non solo gli interventi sulle architetture moderne di Dalmine, ma anche le modalità per restituire ad un utilizzo contemporaneo le architetture cariche di significati formali e storici della nostra Città. Sapere che lo studio degli interventi di recupero può vantare la Direzione del prof. Attilio Pizzigoni, è per noi motivo di grande orgoglio».

L'attività, come si legge nel contratto, prevede diverse fasi: dall'analisi storica allo studio delle trasformazioni in corso, dalla redazione di un primo documento operativo all'incontro e coinvolgimento dei residenti. Al termine dei lavori, sarà elaborato un documento finale contenente tutte le norme relative al recupero degli edifici storici realizzati dal famoso architetto.

Il nome di Giovanni Greppi a Dalmine risale, infatti, al 1924 e prosegue fino alla metà degli anni Cinquanta: sue importanti opere come il Municipio, la Casa del Fascio, la chiesa, la fontana monumentale, i quartieri Garbagli e Leonardo da Vinci, il dopolavoro, la casa di riposo, il palazzo della direzione della Società Dalmine, la mensa operai. «Quello che andiamo a trattare – sottolinea Attilio Pizzigoni, professore associato dell'ateneo di Bergamo - è un tema strategico della gestione urbanistica ed edilizia della Città. Noi dobbiamo riuscire a progettare uno sviluppo e una continuità alla costruzione di Dalmine. Dalmine ha un suo passato ed è proprio dalla sua storia che io penso si debba partire per affrontare una visione sul suo futuro di città e di territorio. Parlare di “Storia” vuol dire ripensare alla continuità con ciò che è venuto prima di noi, e ripartire da lì, da quelle tracce, per costruire il futuro».

Soddisfatto dell'iniziativa anche il Preside di Facoltà, il prof. Paolo Riva: «La Facoltà d'Ingegneria e il Comune di Dalmine hanno iniziato ormai da qualche tempo un cammino comune di collaborazione. La collaborazione diventa fondamentale per la miglior riuscita e la crescita di entrambe le istituzioni».

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