Caccia di frodo, sequestrati
182 tra reti e archetti illegali

Cacciatori di frodo ancora nel mirino del nucleo ittico venatorio della polizia provinciale: gli agenti questa volta hanno sequestrato ben 182 tra reti e archetti illegali. In un primo sequestro è avvenuto ad Adrara San Rocco, località Cascina Valalù: la pattuglia della polizia provinciale ha individuato un impianto di cattura costituito da 82 trappole a scatto denominate archetti con sei pettirossi morti (specie protetta di cui è vietata la cattura e l'abbattimento).

Gli agenti in servizio nel territorio di Bracca, in località Coch, hanno scoperto poi otto trappole a scatto per la cattura di uccelli, posizionate a regola d'arte e innescate, con tre pettirossi intrappolati, purtroppo già morti.

In un terzo episodio, a seguito della segnalazione di un cittadino alla sala operativa, la pattuglia ha scoperto, in località Bottiglione ad Oltre il Colle, 51 archetti posizionati lungo un sentiero e dei frutti di «sorbo degli uccellatori», nonché tredici pettirossi morti.

Infine ad Adrara San Rocco è stato individuato un uomo che esercitava l'uccellagione attraverso un impianto costituito da 41 archetti, nei quali vi erano intrappolati cinque pettirossi.

Gli autori degli illeciti hanno ammesso le proprie responsabilità e si è proceduto alla contestazione dei reati di uccellagione e di cattura e abbattimento di specie protetta, nonché al sequestro degli archetti.

A Brembilla, in località Castignola, gli agenti del Nucleo ittico venatorio hanno invece individuato una rete a tremaglio di 10x2 metri, posizionata a regola d'arte per la cattura di uccelli. Il proprietario della rete, sorpreso a pulire l'impianto da alcune foglie e a sistemare le maglie, ha ammesso le proprie responsabilità e ha condotto gli agenti presso un ripostiglio in cui, in apposite gabbie, erano stati ricoverati quattro tordi bottacci e un merlo, tutti di recente cattura e privi di anello inamovibile.

A Bergamo, in località Monterosso, è stato individuato un altro cacciatore che aveva posizionato una rete a tremaglio di 5x2 metri e due panie invischiate per la cattura di uccelli; nel corso dell'accertamento sono stati recuperate tre cincie more vive, mentre un merlo e dieci pettirossi erano stati già stati soppressi. Il personale ha proceduto alla liberazione degli uccelli vivi, in quanto idonei alla vita in natura, al sequestro della rete e alla segnalazione del responsabile all'autorità giudiziaria per il reato di uccellagione.

Infine gli agenti del Nucleo ittico venatorio in servizio nel territorio di Villongo, Mozzanica e Fornovo San Giovanni hanno scoperto dispositivi acustici elettromagnetici occultati nei pressi di appostamenti fissi di caccia. Gli agenti hanno disattivato i richiami acustici illegali e recuperato i telecomandi per azionarli a distanza; è stato quindi contestato l'utilizzo illecito dei richiami acustici elettromagnetici quali mezzi di caccia vietati e si è proceduto al loro sequestro.

Per l'assessore Fausto Carrara «si tratta di interventi a tutela della fauna che proseguono sul territorio bergamasco dimostrando l'impegno del personale di polizia locale del Corpo di polizia provinciale; un'azione condotta costantemente nel corso dell'anno, che si completa con altre attività quali i censimenti e il soccorso della fauna ferita e in difficoltà. Il contributo dei cittadini, che effettuano le segnalazioni al numero verde della Sala operativa 800350035, è di fondamentale importanza e dimostra come sia alta l'attenzione verso l'ambiente e la sua protezione».

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