Mons. Beschi: «Serve una nuova
generazione di cattolici in politica»

«Bisogna costruire una nuova generazione di cattolici in politica, cioè persone che vogliono testimoniare la fede nella costruzione del bene comune. I cristiani in politica non sono i buonisti di turno, oppure un gruppo di pressione che vuole colonizzare la politica. Non sono i più bravi della classe, ma nemmeno uomini di serie B. Non è un dogma l'unità politica dei cattolici, ma neppure la loro diaspora».

Al Patronato San Vincenzo, il vescovo Francesco Beschi sabato 23 ottobre ha aperto il corso di formazione all'impegno sociale e politico organizzato dall'Ufficio diocesano di pastorale sociale (Udps). Scopi dell'iniziativa — suddivisa in tre moduli tematici di nove incontri— come ha spiegato don Francesco Poli, direttore dell'Udps, sono: recuperare il valore della partecipazione nella costruzione del bene comune, dare competenze tecniche alle persone che vogliono impegnarsi nella vita amministrativa, portare testimonianze di amministratori.

Il vescovo ha ricordato il messaggio di Papa Benedetto XVI inviato alla recente Settimana sociale dei cattolici italiani a Reggio Calabria, dove ha ribadito l'urgente necessità di una nuova generazione di cattolici in politica. «Nuova — ha detto monsignor Beschi — non soltanto o non tanto in senso anagrafico, ma in senso morale, cioè persone che vogliono incarnare la fede nella storia senza complessi di inferiorità ma anche senza improvvisazioni. Per i cristiani la politica non può essere la costruzione dei valori cristiani, perché è necessaria la mediazione e la politica serve tutti. Però i cristiani hanno principi e valori irrinunciabili».

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