Il «tutor» da Milano a Brescia
Come evitare di pagare 5 multe

Tra gli strumenti più temuti dagli automobilisti c'è il tutor, il dispositivo utilizzato per il controllo della velocità in autostrada. Uno strumento che da qualche tempo a questa parte non fa dormire sonni tranquilli neppure ai giudici di pace. Proprio per questo motivo anche «l'occhio elettronico» è stato al centro dell'assemblea pubblica sui temi della giustizia civile, iniziativa organizzata dal Tribunale di Bergamo in occasione della Giornata europea per la giustizia civile.

Sempre più spesso al centro dei ricorsi presentati negli uffici del tribunale di via Borfuro, il dispositivo del Tutor crea non pochi problemi nel caso in cui l'automobilista «pizzicato» per un'eccessiva velocità, sceglie di rivolgersi al giudice di pace. Ad affermarlo è Vincenzo Fiorentino, coordinatore dei giudici di pace di Bergamo, da tempo alle prese con l'intricata questione che inevitabilmente accompagna i ricorsi contro le sanzioni «da tutor».

La causa? È presto spiegata. Nel tratto di autostrada che va da Milano a Brescia i tutor presenti sono cinque, mentre da Brescia a Milano sei: «Questi tutor - ha spiegato il giudice Fiorentino - sono sotto la competenza di cinque diversi giudici di pace: Bergamo, Cassano, Grumello, Rovato e Brescia. Seguendo la stretta norma giuridica, ciascun giudice di pace giudica la vicenda di propria competenza. Quello però che ci siamo chiesti è se è possibile che un atto venga valutato e sortisca effetti giudiziari per ben cinque volte».

In pratica, per coloro a cui non fosse chiaro, chi preme un po' troppo sull'acceleratore superando il limite di 130 chilometri orari, potrebbe trovarsi a pagare ben cinque sanzioni. E subire per ben cinque volte, tanti sono i tratti in cui è andato ben oltre il limite consentito, la decurtazione dei punti dalla propria patente. Immaginiamo ad esempio che l'automobilista rientri nella fascia di coloro che vanno dai 140 ai 180 chilometri orari (secondo Fiorentino la più frequente tra i trasgressori): la sanzione di 155 euro e la detrazione di cinque punti dalla patente potrebbero essere moltiplicate per cinque.

Una situazione paradossale che i giudici di pace dei differenti distretti hanno deciso di affrontare una volta per tutte. Fatto salvo per il distretto di Cassano, che ha deciso di gestire la faccenda per conto proprio, i giudici di pace degli altri distretti, compreso quello di Bergamo, hanno optato per l'applicazione di un articolo (l'8 della legge 689 del 1981) che stabilisce che chi con un'azione unica viola diverse disposizioni soggiace alla sanzione prevista per la violazione più grave, aumentata fino al triplo.

«Chi va da Milano a Brescia o viceversa commette un'unica azione - spiega Fiorentino - quindi potrebbe pagare una sanzione unica che risulterebbe ridotta rispetto al pagamento delle singole sanzioni. Lo stesso varrebbe per i punti decurtati. Quindi consigliamo a chi si trova in una situazione di questo tipo di presentare un unico ricorso ai nostri uffici, allegando tutti i verbali e invocando l'articolo 8 della legge 689 del 1981».

Questo argomento ben si collega a una nota dolente sui giudici di pace che è emersa durante l'assemblea: «A Bergamo al momento abbiamo 11 giudici di pace - continua Fiorentino -. Se non si prevede a breve una proroga questo numero scenderà a 7 con il 1° gennaio 2011». Un bel problema, considerando che «il problema della giustizia civile a Bergamo non sono le cause attuali - ha detto Ezio Siniscalchi, presidente del Tribunale -, ma gli arretrati. Aspettiamo quindi l'attuazione, prevista per il prossimo marzo, del decreto che prevede su alcune materie, un processo di mediazione in sedi esterne dal tribunale. Al momento autorizzato per questa funzione sarà la Camera di Commercio».

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