Università, cambio della guardia
al «Centro studi territorio»

Cambio della guardia alla guida del Centro studi territorio dell'università di Bergamo. Anna Maria Testaverde ha sostituito Juanita Schiavini che aveva ereditato la guida del centro dal suo fondatore, Lelio Pagani, scomparso nel gennaio del 2006.

Cambio della guardia alla guida del Centro studi territorio dell'università di Bergamo. Anna Maria Testaverde ha sostituito Juanita Schiavini che aveva ereditato la guida del centro dal suo fondatore, Lelio Pagani, scomparso nel gennaio del 2006.

Juanita Schiavini aveva espresso il desiderio di un avvicendamento per potersi dedicare in maniera più efficace alla materia archivistica, argomento di cui è docente e che sta al centro dei suoi interessi culturali. Il rettore, Stefano Paleari, ha nominato al suo posto Anna Maria Testaverde, professore associato in Storia del Teatro e Teoria e storia della scenografia. Modificata anche la giunta che affianca il nuovo direttore del centro.

Ora ne fanno parte i docenti Remo Morzenti Pellegrini (delegato del rettore per i rapporti con enti e istituzioni), Renato Ferlinghetti e Fulvio Adobati (facoltà di scienze umanistiche), Anna Rosa Ronzoni (ingegneria), Silvio Busti (giurisprudenza).

Il centro studi territorio era stato pensato da Lelio Pagani e varato nel 2001 all'interno dell'università di Bergamo con l'intento di analizzare quello che accade sul territorio, di comprendere le scelte, i pericoli, gli andamenti, sia dal punto di vista ambientale sia da quello sociale, economico. Gli studi si sono rivolti in particolare alle materie urbanistica, paesaggistica, demografica. Le riflessioni del centro studio «Lelio Pagani» hanno messo in evidenza diversi aspetti, positivi e negativi, dello sviluppo cercando di dare una mano agli enti che governano il territorio al fine di compiere scelte armoniche tra le diverse esigenze, cercando soprattutto di cercare e di comprendere quei bisogni espressi da diversi soggetti che tuttavia possono trovare una integrazione. Non è detto che le esigenze dello sviluppo edile, per esempio, debbano scontrarsi con quelle della salvaguardia della biodiversità.

Molto dipende dal «come». Fra gli studi portati avanti dal centro in questi anni da segnalare «Il futuro del territorio, 2008: scenari socio-economici della realtà bergamasca» elaborato per la Provincia, il piano studiato per il Parco delle Orobie e la Provincia di Bergamo e riguardante diversi altri ambiti della montagna bergamasca. Interessanti anche i lavori per i comuni di Boltiere e di Vilminore, nel primo caso sullo sviluppo del paese fra Otto e Novecento, nel secondo per elaborare un programma di valorizzazione dei luoghi della valle.

P. A.

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