Falso giuramento: in 1° grado
sei mesi al «re» dei supermercati

Romolo Tito Lombardini, 73 anni, alla guida dell'omonimo gruppo della grande distribuzione con sede a Dalmine, è stato condannato in primo grado per falso giuramento della parte a sei mesi (con la condizionale e la non menzione) e 30 mila euro di provvisionale.

Romolo Tito Lombardini, 73 anni, alla guida dell'omonimo gruppo della grande distribuzione con sede a Dalmine, è stato condannato in primo grado per falso giuramento della parte a sei mesi (con la condizionale e la non menzione) e 30 mila euro di provvisionale.

Secondo le contestazioni, l'imprenditore avrebbe giurato il falso davanti al giudice in una causa civile per un compenso che il geometra Nazareno Pignoloni, 78 anni, di Bergamo, avrebbe vantato nei confronti del gruppo. In pratica, Lombardini avrebbe giurato di aver liquidato tutto quanto il dovuto al geometra, che all'epoca ricopriva cariche all'interno di alcune società del gruppo, mentre, stando al verdetto del giudice Raffaella Mascarino, non sarebbe andata proprio così. La querelle nasce nel dicembre 2004 e si inserisce in una sorta di guerra giudiziaria tra Lombardini e Pignoloni, che finora ha prodotto 5 sentenze civili (4 vinte da Lombardini) e una penale.

Oltre agli emolumenti che il gruppo gli versava in qualità di consigliere delegato di alcune società, il geometra – stando all'accusa – doveva essere retribuito come professionista anche per gli incarichi che la Lombardini gli affidava. Quello che ha scatenato il duello conclusosi con la condanna penale, riguarda la stima di 54 immobili (per lo più supermercati) sparsi tra Veneto, Lombardia e Friuli, che la Sefim spa (ora Lombardini Holding spa) gli aveva commissionato. Il geometra, più di 5 anni dopo la fine del suo lavoro, presenta una parcella di circa 200 mila euro, che Lombardini non liquida ritenendo di non dovere più nulla a Pignoloni.

Il professionista il 28 dicembre del 2004 ottiene un decreto di ingiunzione per 224 mila e 571 euro. La Lombardini si oppone e così, nel 2005, nasce la causa. Il gruppo della grande distribuzione, assistito dall'avvocato Giorgio Bonomi, eccepisce la prescrizione presuntiva (in parole povere: essendo passati più di 3 anni, si dà per scontato che il debito sia stato pagato). La contromossa del geometra, assistito dall'avvocato Pilade Frattini, è quella del deferimento del giuramento. Sempre in parole povere, la controparte invita Lombardini ad andare davanti al giudice civile per giurare che, sì, ha davvero pagato. L'imprenditore lo fa e vince la causa civile grazie a questo giuramento decisorio.

Da Pignoloni parte così la denuncia. L'avvocato Enrico Mastropietro, che lo assiste nel processo penale, sostiene che Lombardini ha giurato pur sapendo che il debito non era stato estinto. Per dimostrarlo il legale afferma che non ci sono fatture né movimenti bancari che certifichino l'avvenuto pagamento. I difensori, gli avvocati Giorgio Bonomi e Francesco Mucciarelli, sostengono che l'imprenditore ha versato tutto e che compete al denunciante dimostrare il contrario.

«Abbiamo fiducia nella magistratura - dichiara l'avvocato Bonomi -. Siamo convinti che la decisione del tribunale verrà riformata in appello, dando così ragione al Gruppo Lombardini come già è avvenuto in tutte le cause civili in cui sono state discusse e analizzate, anche con approfondite indagini testimoniali, le varie parcelle che il geometra Pignoloni ha presentato quando è uscito dal Gruppo».

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