Una casa per studenti e ricercatori
In Università si studia il progetto

Ha un progetto ambizioso il cappellano dell'Università degli Studi di Bergamo don James Organisti: aprire una comunità per studenti, docenti e ricercatori in cui percorrere insieme un tratto di strada, quello degli studi universitari.

Li incontra tutti i giorni in università, come cappellano a Bergamo ma anche come docente a Milano, e mentre presenta le attività proposte di incontro e riflessione agli studenti per l'anno accademico in corso, racconta piccoli episodi della vita di quella che per molti adulti è la generazione X ma che lui ha imparato soprattutto in questi ultimi sette anni a conoscere più da vicino. Parla della crisi economica, don James Organisti, di come alcuni giovani studenti gli vengono a chiedere un posto di lavoro per mantenersi gli studi, o di come alcuni si facciano ancora accompagnare in università dalla mamma, e di chi passa per l'adorazione eucaristica e poi scappa via. Non gli interessa sapere quali sono le altre attività del centro universitario, che cosa sia, cosa faccia. Si prendono, diciamo così, quello che gli serve e poi via per qualche altro impegno.

Lui, proprio perchè conosce bene questi ragazzi, ha in serbo un progetto ambizioso: quello di aprire una comunità, «non un convitto» sottolinea, per studenti e docenti, ricercatori in cui percorrere insieme un tratto di strada, quello degli studi universitari, dove spendersi non solo nelle lezioni, ma anche per accompagnarli con discrezione nel discernere se stessi, nell'abbracciare la bellezza di giocarsi fino in fondo in un progetto di studio ma anche nell'università, nel lavoro, nelle relazioni affettive e interpersonali.

Intanto la proposta di riflessione per quest'anno è giocata su tre fronti. «Come ogni anno proponiamo l'Adorazione eucaristica – racconta – tutti i mercoledì dalle 8 alle 19 e i sabati dalle 20 alle 24 qui in Porta Dipinta. Alcuni ragazzi non sanno più neppure cos'è l'adorazione, eppure riscoprono cosa vuol dire mettersi davanti a un Altro». Poi c'è il pranzo insieme: «Non rimpiazziamo la mensa – sorride –: il giovedì alle 13 qui c'è un piatto di pastasciutta e un po' di insalata e quel che ognuno vuole portare. Solo un modo per stare insieme, non si paga, e non chiediamo niente proprio per uscire da un'ottica funzionalistica di cui dicevo». Non manca come ogni anno la Messa con il vescovo Francesco Beschi, il 14 dicembre alle 17,45 per lo scambio di auguri e poi due convegni proprio per entrare nei temi che interessano il futuro dei giovani su due temi cruciali: il rapporto tra economia e futuro dei giovani e sul rapporto tra giovani e fede con l'intervento di relatori dell'Università degli studi di Bergamo e non solo.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 18 novembre

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