Provocò la morte di Graziella Valoti
L'automobilista patteggia 3 anni e mezzo

Tre anni e mezzo. Questa la pena patteggiata dalla donna che lo scorso luglio a Lecco, guidando l'auto ubriaca e senza patente, provocò l'incidente stradale in cui morì Graziella Valoti, 54 anni, di Brembate Sopra. La vittima era in moto col marito, anche lui rimasto ferito nello scontro, e stava rientrando nella Bergamasca dopo una gita sul lago di Lecco. L'automobilista – P. L., 46 anni, di Abbadia Lariana, in provincia di Lecco – dopo il tragico incidente era stata arrestata dalla polizia stradale e condotta in carcere in attesa dell'udienza preliminare, avvenuta mercoledì 17 novembre a Lecco davanti al giudice Gian Marco De Vincenzi.

Assistita dal suo legale di fiducia Gian Luca Tonchio, la donna ha patteggiato la pena, ottenendo la concessione degli arresti domiciliari. Non è stato ancora definito, invece, il risarcimento economico da riconoscere alla famiglia.

Lo schianto era avvenuto nel tardo pomeriggio del 12 luglio scorso a Lecco, sotto la galleria San Martino, lungo l'attraversamento in direzione Sud. Graziella Valoti era insieme al marito Giorgio Maggioni su una moto Guzzi Nevada 750: tornavano da Lierna, un paesino del Lecchese in riva al lago, dove avevano trascorso il pomeriggio. Secondo la ricostruzione fatta allora dalla polizia stradale, la motocicletta era stata tamponata dalla Fiat Punto condotta dalla quarantaseienne di Abbadia Lariana: dopo l'impatto, Graziella Valoti era stata sbalzata sull'asfalto, riportando ferite che purtroppo erano state fatali nonostante i soccorsi del 118. Anche il marito era rimasto ferito, ma in modo non preoccupante. L'automobilista era stata trovata al volante con un tasso alcolemico di 2,44 grammi per litro, quasi cinque volte il limite. I successivi accertamenti effettuati dalla stradale avevano anche evidenziato che la quarantaseienne lecchese non aveva la patente, che le era stata revocata proprio perché recidiva alla guida in stato d'ebbrezza. Infine, era stato appurato che la Fiat Punto era sprovvista della regolare copertura assicurativa. Una lunga serie di inadempienze che avevano spinto il pubblico ministero a disporre l'arresto: P. L. era così stata bloccata dalla polizia stradale e portata nel carcere di Como con le accuse di omicidio colposo, guida in stato d'ebbrezza e guida senza patente.

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