«Professione counselling»
A Bergamo convegno nazionale

C'è un filo sottile che divide la patologia dal bisogno. Nella vita capita spesso di vivere momenti difficili senza necessariamente essere nella condizione di avere bisogno di una psicoterapia. Ma chi si occupa di chi sta sul filo?

C'è un filo sottile che divide la patologia dal bisogno. Nella vita capita spesso di vivere momenti difficili senza necessariamente essere nella condizione di avere bisogno di una psicoterapia. Ma chi si occupa di chi sta sul filo? Chi aiuta quelli che non hanno una patologia conclamata ma stanno semplicemente attraversando un momento di crisi in cui hanno solo bisogno di essere condotti e aiutati? In questa terra di mezzo, pronto a prendere per mano chi è in difficoltà, c'è una nuova figura di professionista che fa attività di «counselling».

E proprio di questo si parla al convegno nazionale della Sicis (Società italiana di counselling a indirizzo sistemico) venerdì e sabato al Centro Congressi Giovanni XXIII. Cecilia Edelstein, bergamasca d'adozione, presidente Sicis e fondatrice e presidente dell'Associazione Shinui spiega: «Il convegno vuole essere un'occasione di incontro e di dialogo sul counselling che è una professione di aiuto. Attraverso la relazione tra professionista e cliente si mira a migliorare la qualità della vita, a facilitare processi di cambiamento valorizzando sia le risorse sia le relazioni con l'ambiente circostante. Il convegno segna l'inizio di un appuntamento triennale, di confronto tra chi fa questo lavoro ma anche un modo per farsi conoscere. Avremo ospite la counsellor internazionale Judith Milner».

Il counselling, dunque, come relazione d'aiuto introdotta in situazioni evolutive, come ad esempio il passaggio dalla coppia alla genitorialità, ma anche in situazioni di vita quotidiana per piccoli e grandi problemi. «Un ambito di intervento – spiega Edelstein – è quello interculturale oggi più che mai necessario. Lavoriamo sia nelle aziende con i lavoratori stranieri, sia sul territorio insieme ai servizi sociali che ci chiedono di intervenire nell'accompagnamento e nell'inserimento della famiglia straniera nella nuova realtà». Le scuole sistemiche lavorano per raggiungere un cambiamento desiderato e contrattato tra professionista e cliente; si soffermano sulle relazioni e lavorano sulle risorse, valorizzando l'individuo e l'ambiente circostante.

Francesca Masseroli

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