Giornata per le vittime della strada
Beschi: attenti alla velocità della morte

«La velocità è una parola che appartiene al nostro tempo e spesso è vista come espressione del potere. C'è velocità nei mezzi in terra, in cielo e nei mezzi di comunicazione, ma c'è anche la velocità della morte».

«La velocità è una parola che appartiene al nostro tempo e spesso è vista come espressione del potere dell'uomo. C'è velocità nei mezzi in terra, in cielo e nei mezzi di comunicazione, ma c'è anche la velocità della morte. La velocità ha urgente bisogno della coscienza e della responsabilità personale, che sono possibili a tutti».

Sono parole del vescovo Francesco Beschi che, nella chiesa parrocchiale delle Grazie, ha presieduto una Messa nella Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada, promossa dall'Associazione italiana familiari e vittime della strada e introdotta nella Bergamasca nel 2007.

«Non più fiori sull'asfalto» è stato lo slogan di quest'anno, per ricordare che in Italia ogni anno la strada miete 7.000 vittime, in maggioranza giovani. Queste morti sono accompagnate da oltre 300.000 feriti, 20.000 disabili gravi e 145.000 ricoveri ospedalieri. Per mostrare visibilmente il dramma delle vittime della strada, all'esterno della chiesa sono state collocate 55 croci con fotografie, nomi, età e paesi di morti sulla strada.

Monsignor Beschi ha invitato tutti a riflettere sulla velocità che contrassegna ogni attimo della vita sociale e personale e a non disperare grazie alla fede cristiana: «L'ultima parola non è la morte, che è stata sconfitta da Cristo crocifisso, che è sempre più veloce della morte e del male. Preghiamo per le vittime della strada, per i loro familiari e per chi si impegna ogni giorno per la sicurezza sulla strada».

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