Treviglio, piomba dal balconeLa polizia: tentava un furto

Treviglio, piomba dal balconeLa polizia: tentava un furtoMassimo Mauro si stava arrampicando sulla facciata di una palazzina: è stato ritrovato 2 ore dopo

È caduto nel vuoto da dieci metri d’altezza ed è rimasto a terra ferito per quasi due ore fino a quando un lattaio l’ha notato e ha chiamato i soccorsi. Sei ore dopo, il suo cuore non ha retto: Massimo Mauro, 39 anni, un trevigliese che si era trasferito a Brignano Gera d’Adda, è deceduto ieri mattina per un’emorragia interna mentre i medici dell’ospedale di Treviglio cercavano di salvargli la vita con un delicato intervento chirurgico.
La disgrazia è accaduta in un cortile di viale Cesare Battisti, lungo la circonvallazione di Treviglio, presumibilmente verso alle 2 di notte tra mercoledì e ieri. Il ferito a terra è stato notato soltanto attorno alle 3,50 da un lattaio di Calvenzano che stava effettuando delle consegne. Massimo Mauro era in una pozza di sangue, privo di conoscenza. Il lattaio ha subito chiesto aiuto alle famiglie che vivono nel cortile. Sul posto è stata inviata un’ambulanza che ha trasportato il ferito all’ospedale di Treviglio. Massimo Mauro è però deceduto verso le 8,30 di ieri.
Secondo la ricostruzione effettuata dagli agenti del commissariato di polizia di Treviglio, Massimo Mauro è caduto da un’altezza di 10 metri, scivolando dal balcone al secondo piano di una palazzina. Nel volo il trentanovenne avrebbe urtato con la testa la ringhiera di un balcone al primo piano: sulla guancia sinistra l’uomo aveva infatti un livido causato dall’urto con il parapetto. Nella caduta l’uomo ha riportato anche diverse fratture e contusioni in molte parti del corpo, ma a provocare il decesso è stata un’emorragia interna. La polizia di Treviglio sta cercando di capire perché il trentanovenne si trovasse su quel balcone a quell’ora di notte: Massimo Mauro abitava infatti a Brignano, mentre la sua famiglia vive nella zona Nord di Treviglio e nessuna delle famiglie che vive nel cortile di viale Battisti lo conosceva. Secondo la polizia, l’ipotesi più plausibile è che il trentanovenne, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, volesse introdursi in uno degli appartamenti del palazzo. Si tratta comunque di un’ipotesi: addosso a Mauro non sono stati rinvenuti arnesi da scasso. Non è però nemmeno escluso, secondo la polizia, che l’uomo si trovasse assieme a un complice, il quale, a seguito della disgrazia, si sarebbe dileguato senza chiamare i soccorsi. «Attorno alle due – racconta Giuseppe Conti, uno degli inquilini del cortile – mia moglie ha sentito un rumore e, pensando a un incidente stradale, si è affacciata da una finestra che dà sul viale, ma non ha visto nulla».
Secondo la polizia Massimo Mauro avrebbe scavalcato uno dei cancelli che chiudono il cortile e si sarebbe arrampicato su un canale per lo scarico dell’acqua fino al balcone del primo piano. Poi, utilizzando una scala esterna, avrebbe raggiunto il secondo piano: da qui si è sporto lungo la ringhiera, ma ha perso l’equilibrio. Massimo Mauro lascia i genitori, Franco e Antonietta Parigi, e due fratelli. Oggi sarà eseguita l’autopsia.

(17/01/2003)
Su L’Eco di Bergamo del 17/01/2003

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