Basilica gremita a Treviglio
per l'addio ai tre escursionisti

Per Treviglio è stato il giorno più triste. Si sono svolti, nella basilica di San Martino, i funerali dei tre escursionisti, Enzo Riganti, Angelo Lazzarini e Giuseppe Parigi, morti tragicamente sabato 27 novembre sul Mortirolo travolti da una slavina.

Per Treviglio è stato il giorno più triste. Si sono svolti, nella basilica di San Martino del centro della Bassa, i funerali dei tre escursionisti, Enzo Riganti, Angelo Lazzarini e Giuseppe Parigi, morti tragicamente sabato 27 novembre sul Mortirolo travolti da una slavina.

Chiesa gremita e grande commozione. Il feretro di Enzo Riganti, il consigliere di minoranza del Comune che era candidato sindaco per il 2011, è arrivato da Castel Cerreto: nonostante la neve, una lunga fila silenziosa di persone ha seguito il corteo.

Ricordiamo che alla tragedia di sabato è scampato un quarto escursionista, Paolo Belotti, grande amico dei tre deceduti, che si è salvato soltanto perché - non avendo la ciaspole - era rimasto attardato ed è riuscito a liberarsi subito dalla neve quando la valanga l'ha sfiorato.

C'era anche Belotti ai funerali, seduto dietro l'altare. Presenti pure il sindaco di Treviglio, Ariella Borghi, e gli assessori, così come una rappresentanza della squadra calcistica dell'Acos. Tutti si sono stretti al dolore di amici e parenti delle vittime della montagna.

Nella sua omelia il parroco di Trevigliio, monsignor Giovanni Buga, ha ricordato i tre escursionisti sottolineandone le qualità umane e morali: «Erano uniti nell'amore per la montagna ma anche e soprattutto nell'amore per l'impegno nel sociale e nel volontariato».

I tre feretri sono stati salutati all'uscita dalla chiesa dalla banda musicale cittadina di Treviglio.

I feretri dei tre amici e compagni di tante escursioni montane, erano stati portati nella basilica di San Martino alle 13,30 dalle rispettive abitazioni, dove lunedì sera erano state allestite le camere ardenti.

Monsignor Giovanni Buga ha sottolineato come i trevigliesi siano stati convocati per affetto e amicizia da una disgrazia che lascia tutti ammutoliti: «Se la tragicità della morte ci rende muti non c'è angoscia e pericolo che ci può separare dall'amore di quel Dio che ci porta a guardare oltre le tenebre della morte. Certamente c'è un filo che collega la vita di questi nostri fratelli – ha detto monsignor Buga –: l'amore e la passione per la montagna ma anche l'impegno nel volontariato, nel servizio degli altri, nella disponibilità senza grandi clamori. Ogni famiglia avrà dei ricordi precisi e significativi che rendono vivi i loro cari e su questo è intessuta la loro vita di adesso e di domani».

Con la voce rotta dall'emozione, Alessandro Lazzarini ha voluto salutare il papà Angelo e ringraziare i soccorritori, rivolgendo un pensiero anche a Paolo Belotti: «Non attribuirti colpe che non hai, ti dico solo che quando il ghiaccio che oggi ti opprime il cuore si sarà sciolto, potrai goderti questa tua seconda opportunità che la vita ti ha dato. Vivila appieno e anche per i tuoi tre amici».

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