Gandino: «Guardo avanti:
è così che combatto la Sla»

«Guardo la malattia da una finestra, e cerco di non caderci dentro». È racchiusa in una frase, mutuata dal consiglio di un amico sul non lasciarsi prendere dai vortici del quotidiano, la battaglia di Luigi Nodari, 54 anni di Gandino, contro Sla.

«Guardo la malattia da una finestra, e cerco di non caderci dentro». È racchiusa in una frase, mutuata dal consiglio di un amico sul non lasciarsi prendere dai vortici del quotidiano, la battaglia di Luigi Nodari, 54 anni di Gandino, contro la sclerosi laterale amiotrofica, a tutti nota con l'acronimo di Sla.

Luigi Nodari è molto conosciuto in paese per l'attività di idraulico, avviata in società dopo tanti anni trascorsi, sin da ragazzo, fra caldaie e acquedotti da riparare. In molti lo hanno chiamato in soccorso per risolvere i problemi più diversi, a cominciare dagli scarichi problematici di lavandini, vasche e docce.

Sempre col sorriso oggi affronta il «male dei calciatori» o il morbo di Lou Gehrig, dal nome del giocatore di baseball statunitense che per primo ne fu affetto. «La mia vita è cambiata – conferma Luigi Nodari che non ha perso lo spirito di sempre – devo giorno per giorno affrontare disagi crescenti per l'avanzare della malattia. Gli ostacoli non sono pochi, ma sono riuscito a impormi di guardare avanti, di guardare in faccia ogni ostacolo e di mantenere un piglio e un animo positivi: è una cosa che aiuta, molto».

A fianco di Luigi c'è la moglie Lory Rottigni, con la quale è sposato («felicemente» come sottolinea lei) da ormai 28 anni. «Affrontiamo insieme questa difficoltà che progressivamente si è presa il nostro tempo – conferma Lory – perché io combatto al fianco di Luigi e lui combatte anche per me: è il primo a comprendere come abbiamo bisogno l'una dell'altro e viceversa per motivarci». Nel 2008 arrivarono i primi sintomi.

Leggi tutta la sua storia su L'Eco di Bergamo del 2 dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA