Pd: «I manager di Asl e Ospedali
siano scelti da un comitato di saggi»

«Nomi scelti da un comitato di saggi per uscire dalla mera lottizzazione». Lo chiede il Pd lombardo in merito alle poltrone della sanità. I 44 manager sanitari di Asl e ospedali «dovranno essere dirigenti capaci, scelti in modo trasparente».

«Nomi scelti da un comitato di saggi per uscire dalla mera lottizzazione». E' quanto chiede il Pd lombardo in merito alle poltrone della sanità, le cui sorti saranno decise nel giro di due settimane. I 44 manager sanitari che andranno a dirigere altrettante Asl e ospedali dovranno essere dirigenti capaci, scelti attraverso un meccanismo trasparente tra gli oltre 700 candidati ritenuti idonei.

“Lo avevamo già proposto in occasione della discussione del piano socio sanitario e lo ribadiamo con forza in questi giorni convulsi di trattative e spartizioni per le nomine dei manager della sanità in Lombardia. Vogliamo sfidare il governo della Regione, in pochi giorni si possono approvare delle linee guida che improntino la scelta dei direttori generali di ASL, A.O, AREU, a criteri di trasparenza, indipendenza e valorizzazione del merito, anche allo scopo di migliorare qualitativamente e rendere maggiormente efficace il governo della rete sanitaria regionale".

"Tali criteri dovranno prevedere un comitato di valutazione delle candidature composto, da valutatori esterni o terzi con competenze scientifiche e/o manageriali, rappresentanti di istituzioni come il Cergas della Bocconi, il Cerismas della Cattolica, le Scuole di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva della Statale e della Bicocca – dicono i consiglieri Mario Barboni e Maurizio Martina del Pd - . Per rendere più efficace ed efficiente la gestione delle aziende pubbliche si indichi che il mandato dei direttori generali abbia la durata di cinque anni ripetibile per una sola volta, fissando inoltre il limite massimo di età a 70 anni. Inoltre per rendere più vicina la gestione e organizzazione del sistema sanitario ai territori, così com'è auspicabile, proponiamo che le nomine siano concertate con i rappresentanti delle associazioni dei Comuni".

"Per quanto riguarda i criteri di valutazione dell'operato dei direttori, che pure dovranno operare in sintonia con gli obbiettivi di politica sanitaria regionale, è auspicabile che la percentuale attribuita al raggiungimento degli obiettivi legata al mandato raggiunga l'80% e lasci una minima percentuale del 20% di valutazione basata sul rapporto fiduciario che lega il dirigente all'Ente che lo ha nominato. Si tratta di poche semplici regole scritte nero su bianco e sancite da un atto pubblico affinché si possa uscire da questo balletto poco decoroso che pare solo legato all'appartenenza politica dei diversi direttori, consegnando certezza, trasparenza e qualità al nostro sistema sanitario”.

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