I pendolari: «Si viaggia in piedi
E vorrebbero farci pagare di più?»

Mentre si discute sui tagli al trasporto pubblico e di aumenti che potrebbero toccare il 25 per cento,  i pendolari bergamaschi non mancano di tenerci aggiornati sulle loro quotidiane disavventure.

Mentre si discute sui tagli al trasporto pubblico e di aumenti che potrebbero toccare il 25 per cento,  i pendolari bergamaschi non mancano di tenerci aggiornati sulle loro quotidiane disavventure.

«Lunedì 13 dicembre - scrive Dante Goffetti, del Comitato Pendolari Bergamaschi - il treno delle 18.10 da Milano Centrale per Bergamo aveva solo 5 carrozze, anziché le ormai consuete (insufficienti) 6. Così la maggior parte dei passeggeri saliti a Lambrate non ha trovato posto a sedere e ha viaggiato in piedi sulle piattaforme interne delle carrozze».

E aggiunge: «Io, invece, siccome non ce la faccio a viaggiare in piedi per 30-40 minuti, mi sono seduto sui gradini di una scala di collegamento con il piano rialzato del vagone. Martedì 14 dicembre, il treno BG-MI delle 8.02 è partito da Bergamo con 20-25 minuti di ritardo (“causa ritardo materiale corrispondente proveniente da Lecco”), con passeggeri in piedi in parecchi vagoni, ed è arrivato a Milano Lambrate con 20 minuti di ritardo».

E si domanda: «E' questa la qualità del trasporto ferroviario locale per cui la Regione Lombardia ci chiede aumenti fino al 20% del costo dell'abbonamento? Assessore Cattaneo, è vero che usa i vagoni dei treni pendolari per i suoi tanto decantati Malpensa Express? Non cordiali saluti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA