Yara, ricerche anche in Maresana
Ricciardi e Tortorella a Brembate

In questa domenica prima di Natale le ricerche si sono concentrate nella zona di Ponte San Pietro, Mapello, Villa d'Almè, Bruntino e Valbrembo, ma anche nei pressi della ex colonia elioterapica e in Maresa. In mattinata questore e comandante dei carabinieri sono stati dalla famiglia Gambirasio.

Siamo al 23esimo giorno di ricerca e le forze dell'ordine non si fermano, nonostrante la neve e il gelo che sta colpendo la Bergamasca. In questa domenica prima di Natale le ricerche dei carabinieri, ma anche della polizia, della protezione civile e della guardia forestale, si sono concentrate in mattinata nella zona di Ponte San Pietro, Mapello, Villa d'Almè, Bruntino e Valbrembo, nell'area del voloa vela. Zona già battute, ma che si continua a controllare dopo segnalazioni e nuove piste che gli inquirenti stanno seguendo. Nel pomeriggio carabinieri e protezione civile hanno controllato la ex colonia elioterapica a Brembate mentre la polizia si è diretta nella zona della Maresana.

Quello che oramai è assodato è che dopo le 18,42 Yara era ancora all'interno del palazzetto, dove si trova la palestra della ginnastica ritmica: a confermarlo è un papà, che il venerdì della scomparsa si era recato a prendere la figlia al termine dell'allenamento. L'uomo avrebbe notato Yara precisamente nell'atrio che porta all'uscita principale. Sarebbe certo dell'ora perché l'avrebbe letta poco prima sull'orologio che si trova sul cruscotto della sua auto, dopo aver parcheggiato: una testimonianza preziosa perché consente di accorciare il «buco» temporale fra l'uscita di Yara dalla palestra (che a questo punto è da considerarsi non alle 18,30 ma oltre le 18,42) e l'ultimo segnale del suo telefonino, localizzato in una «cella» di Brembate Sopra alle 18,55. «L'ho vista mentre entravo» «L'ho vista all'interno della palestra, l'ho già detto sia ai carabinieri, sia alla squadra mobile della polizia. Sono assolutamente certo che fosse lei, perché la conosco». Questa la testimonianza del papà, raccolta dagli inquirenti già nelle prime battute dell'indagine, ma di dominio pubblico solo da venerdì (ne ha parlato per prima la trasmissione di Rete 4 «Quarto Grado»).

Sentito telefonicamente, il testimone ha confermato e non ha voluto aggiungere altro. Si è appreso che quel venerdì sera l'uomo era giunto in treno alla stazione di Ponte San Pietro, dove aveva la macchina parcheggiata. In auto ha poi raggiunto il centro sportivo di Brembate Sopra, per andare a prendere la figlia che aveva partecipato a un allenamento in palestra. Parcheggiata l'auto davanti al centro, prima di scendere l'uomo avrebbe notato l'ora sul cruscotto: le 18,42. Il tempo di varcare la soglia del palazzetto dello sport, ha notato Yara nell'atrio, fuori dalla palestra, mentre con tutta probabilità stava per uscire, dopo aver salutato le ragazze della ginnastica ritmica, di cui per oltre un'ora aveva seguito gli allenamenti.

Grazie a questa testimonianza si riduce il «buco» temporale fra l'uscita di Yara dalla palestra (oltre le 18,42, quindi) e il blackout del suo telefonino, alle 18,55. Se fosse uscita alle 18,30 - come era stato ipotizzato in un primo momento - l'arco temporale sarebbe stato di 25 minuti: parecchi, considerato che per arrivare a casa a piedi, in via Rampinelli, ce ne vogliono nove scarsi. In questo caso sarebbero state più verosimili le ipotesi riguardo a possibili appuntamenti o incontri con persone conosciute, con cui Yara si sarebbe potuta intrattenere anziché dirigersi subito verso casa. Ma dato che la tredicenne è uscita dopo le 18,42 - come dicono le testimonianze - l'arco temporale si riduce a soli 13 minuti. Sembra, inoltre, che i primi accertamenti tecnici consentano di affermare che l'sms di risposta all'amica Martina, delle 18,44, Yara l'avrebbe inviato mentre si trovava ancora al centro sportivo. E a questo punto il vuoto temporale si ridurrebbe a 11 minuti soltanto.

Prevale dunque l'ipotesi che Yara, uscita dalla palestra, si sia incamminata normalmente verso casa e che lì, sul tragitto, lungo quei 700 metri che la separavano da via Rampinelli 48, abbia incontrato chi l'ha fatta sparire nel nulla.

Intanto, dopo la visita del vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi, domenica mattina dalla famiglia Gambirasio sono arrivati il questore Vincenzo Ricciardi e il comandante provinciale dei carabinieri Roberto Tortorella. I due rappresentanti delle forze dell'ordine si sono trattenuti a Brembate poco meno di un'ra e, usciti dall'abitazione dei genitori di Yara, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Probabilmente avranno aggiornato la famiglia sulle indagini, anche in merito alla testimonianza dell'uomo in palestra, sicuramente molto importante per gli inquirenti. Durante l'incontro in casa Gambirasio è arrivato anche un uomo che da indiscrezioni (ma non confermate dagli inquirenti, ndr) potrebbe essere il padre di una delle compagne di ginnastica ritmica di Yara: potrebbe essere quindi il testimone che dice di aver visto la tredicenne nel centro sportivo dopo le 18:42 del 26 novembre, giorno della scomparsa.

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