Singh vive da un anno sul sagrato
Solitudine, gelo e burocrazia

Quando i sogni si infrangono contro la realtà, e il punto in cui ti trovi è molto peggio di quello di partenza. Singh Joirgender era venuto in Italia nel 2000 per cercare lavoro, ora è un senzatetto che vive sul sagrato della chiesa del Buon Consiglio a Seriate.

Quando i sogni si infrangono contro la realtà, e il punto in cui ti trovi è molto peggio di quello di partenza. Singh Joirgender era venuto in Italia nel 2000 per cercare lavoro, ora è un senzatetto che vive sul sagrato della chiesa del Buon Consiglio a Seriate.

Lo guardi e in lui leggi la totale assenza di forza di reagire. Un barlume di speranza per il futuro, proprio non sapresti dove andare a cercarlo. Vorrebbe tornare in patria, ma è senza documenti. Per cui tutto è più complesso, perché alla questione economica si aggiunge quella burocratica.

Singh proviene dall'India, dalla regione del Punjab, dove ci sono ancora suo padre, un fratello e una sorella. In patria aveva lasciato anche la moglie e il figlio maschio appena nato, morto però dopo soli 8 mesi. Ormai il freddo è pungente.

Singh si copre con un giaccone e una berretta di lana; il suo giaciglio, sotto il piccolo portico della chiesa, è costituito da un materasso e una coperta. Da più di un anno quella è la sua «casa». È comparso nell'autunno del 2009 e durante l'inverno don Michele Rota, curato della zona Serena, per offrirgli un riparo dal freddo lo aveva ospitato sul fondo della chiesa. Non se ne è più andato.

Non è un uomo di molte parole, e brevemente racconta le sue esperienze lavorative: muratore per due anni a Lecco, raccoglitore per quattro nelle serre della Bassa Bergamasca e, infine, cameriere. Ha problemi anche alla gamba sinistra: «Sono stato picchiato da altri connazionali che volevano soldi, ma io non ne avevo. Così sono finito all'ospedale».

Giovanni Vinciguerra, comandante della polizia locale di Seriate, si dice preoccupato: «L'assenza di un documento impedisce di appurare con certezza la sua nazione di provenienza, e quindi di agire».

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