Il carcere apre le porte al teatro
In via Gleno la storia di Pinocchio

«Ci avete dimostrato che fuori non siamo dimenticati». A parlare è un detenuto del carcere che ha parlato alla fine di «Pinocchio e poi…», spettacolo della compagnia Teatro Sì dell'oratorio del Seminarino in Città Alta.

«Vi ringrazio perché ci avete dimostrato che fuori non siamo dimenticati». A parlare è un detenuto del carcere di via Gleno che, visibilmente commosso, ha voluto prendere la parola alla conclusione dello spettacolo che si è svolto domenica pomeriggio 16 gennaio nella casa circondariale di via Gleno. La storia di Pinocchio raccontata in forma di musical non solo ha fatto trascorre un paio di ore serene ai detenuti, ma ha suscitato in alcuni di loro profonde emozioni.

Lo spettacolo «Pinocchio e poi…» è stato messo in scena della compagnia Teatro Sì dell'oratorio del Seminarino in Città Alta, un gruppo nato per iniziativa di don Gianluca Brescianini e costituito da oltre 50 attori di età compresa tra i tre e gli oltre sessanta anni. «Al di là del messaggio educativo contenuto del testo, queste iniziative di incontro con l'esterno, permettono di comprendere, diversamente dall'opinione pubblica, che il carcere può essere veramente un momento rieducativo» ha chiarito Antonino Porcino, direttore della casa circondariale, ricordando che durante tutto l'anno sono molte le iniziative di apertura del carcere verso la realtà esterna.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 17 gennaio

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