Parte l’anno giudiziario, assenti gli avvocati

Anno giudiziario: anche da Brescia arriva un grido di dolore. Il procuratore generale Aniello Lamonica, nella sua relazione, parlando del «funzionamento in generale dell’amministrazione della giustizia nel paese» ha evidenziato il disagio del pianeta giustizia di fronte a un servizio «gravemente deficitario rispetto alle esigenze di legalità ed incapace di fornire una risposta in tempi ragionevoli al bisogno di giustizia dei cittadini». Per il procuratore generale «i motivi principali delle disfunzioni sono costituiti dalle lungaggini e dalla macchinosità dell’assetto processuale penale dove un’applicazione massiccia di garantismi di ogni genere, a carattere prevalentemente formale in favore dell’imputato e nell’oblio delle esigenze di tutela della persona offesa» è «causa obiettiva di una insoddisfacente resa del servizio giustizia». Inoltre, sempre secondo Lamonica, la produzione legislativa nel settore del rito penale - che continua ad essere «assai frammentaria - «ha ulteriormente appesantito, anziché snellire il procedimento». Parlando dei rapporti tra magistratura e classe forense, il procuratore generale ha infine lamentato in taluni casi «una spettacolarizzazione delle indagini preliminari con pubblicazione di foto e diffusione delle generalità delle persone indagate».

Anche il rappresentante del Consiglio Superiore della Magistratura, avv. Mariella Ventura Sarno, ha evidenziato nel proprio intervento che «il sistema mediatico va controllato. Ovviamente nel rispetto dell’informazione e della trasparenza. Va infatti tenuto presente che il clamore dell’informazione sovraespone i magistrati: la possibile intromissione nel loro lavoro con risultati non sempre rigorosi ed obiettivi è da evitare con grande scrupolo».

Come è successo nelle altre città , anche a Brescia la cerimonia è stata disertata dagli avvocati. «L’inaugurazione dell’anno giudiziario in sede distrettuale, senza la presenza degli avvocati, è una cerimonia monca» è stato il commento in proposito del procuratore generale.

(17/01/2004)

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