Edilizia popolare a Bergamo:
nel 2018 serviranno 6 mila case

In Lombardia si costruiscono case per una domanda che non c'è. Tutto questo con un'offerta di edilizia sociale e convenzionata insufficiente. Parlano da soli i dati di Bergamo: tra edilizia sociale e convenzionata al 2018 servirebbero 6 mila appartamenti in più mentre l'ediliza libera si attesta a 2.600 appartamenti in eccesso.

In Lombardia si costruiscono case e si prevede ancora di costruirne per una domanda che non c'è. Tutto questo con un eccesso di edilizia libera contro un'offerta di edilizia sociale e convenzionata insufficiente. È questo, in estrema sintesi, il risultato dell'indagine sull'offerta e il fabbisogno d'abitazioni realizzata dal Dipartimento di Architettura e pianificazione del Politecnico di Milano, sotto la direzione del professor Antonello Boatti, per conto della Cisl e del Sicet regionali.

La ricerca, in questa prima fase, ha preso in considerazione cinque province: Bergamo, Brescia, Como, Milano e Pavia, analizzando la situazione nei comuni capoluogo e nel resto del territorio, sia per quanto riguarda la situazione pregressa al 2008 sia per quella prevista dal 2009 al 2018. I dati non lasciano spazio a molti dubbi. Esiste un fabbisogno forte e crescente di edilizia sociale da destinare all'affitto, che ha la sua punta a Milano: la città da sola genera un fabbisogno irrisolto di edilizia sociale al 2018 di 223.575 vani mentre per le cinque province prese nel loro insieme è di ben 767.450 vani.

Nello specifico, ecco i dati di Bergamo: tra edilizia sociale e convenzionata al 2018 servirebbero 8.048 appartamenti in più (a questa cifra è stata già tolta la domanda pregressa al 2008) mentre l'ediliza libera, sempre al 2018, si attesta a 2.654 appartamenti in eccesso e quindi non coperti da alcuna domanda. Se poi si prende in esame il capoluogo e la provincia bergamasca, la domanda non corrisposta di appartamenti in edilizia sociale e convenzionata si attesta sui 47.516 mentre tra sette anni ci saranno 61.708 appartamenti in edilizia libera invenduti. «Mai come oggi forse la prospettiva del normale godimento del diritto ad abitare in una casa appare irraggiungibile per una parte crescente della popolazione lombarda – ha sottolineato il segretario generale della Cisl Lombardia, Gigi Petteni, nel suo intervento -. Appare inoltre evidente che il diritto ad un'abitazione dignitosa anche per le famiglie più bisognose pare essere stata progressivamente rimossa dalle strategie delle nostre amministrazioni».

«Occorre un'inversione di tendenza – ribadisce Gigi Petteni -, favorendo il rilancio degli interventi edilizi non solo residenziali, ma dedicati alle attività produttive ed un riequilibrio di quelli destinati alla residenza, aumentando fortemente la produzione di edilizia sociale, dando la preferenza al recupero delle aree abbandonate e delle industrie dimesse. La Regione – aggiunge il segretario generale della Cisl – deve approntare un piano per l'edilizia residenziale pubblica e per l'edilizia sociale in Lombardia».

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