Frane, tagli ai finanziamenti
In protesta i Comuni montani

Tempi di crisi e soldi ce ne sono pochi. Ora nemmeno per riparare i danni di frane e alluvioni. Tanto che Regione Lombardia, dal 1° gennaio scorso, ha deciso di far pagare in parte anche ai Comuni la messa in sicurezza di strade o altre strutture pubbliche colpite da calamità naturali.

Tempi di crisi e soldi ce ne sono pochi. Ora nemmeno per riparare i danni di frane e alluvioni. Tanto che Regione Lombardia, dal 1° gennaio scorso, ha deciso di far pagare in parte anche ai Comuni i cosiddetti interventi di «somma urgenza», ovvero la messa in sicurezza di strade o altre strutture pubbliche colpite da calamità naturali.

Finora il Pirellone provvedeva in toto con propri tecnici (la Sede territoriale, ex Genio civile) e propri fondi, fino a 75 mila euro di spesa. E per interventi differibili c'era la dichiarazione d'urgenza, con altri fondi. Da quest'anno la nuova normativa: la Regione contribuirà alla messa in sicurezza della frana per l'80% (sempre fino a un massimo di 75 mila euro), il resto, comprese spese tecniche e di progettazione, saranno a carico dei Comuni che dovranno eseguire i lavori. Ai Comuni, peraltro, spetterà, sotto la responsabilità del proprio tecnico, la dichiarazione di «somma urgenza». A quel punto la Regione, per erogare il contributo, verificherà la gravità e la validità del progetto eseguito dal Comune. Ma per avere l'aiuto regionale saranno necessarie altre due condizioni: il Comune dovrà avere un piano d'emergenza e aver messo a bilancio fondi propri per affrontare le calamità naturali. Infine la procedura «d'urgenza» è stata eliminata.

Le novità hanno inevitabilmente sollevato una protesta generale: «Per la maggior parte delle Amministrazioni comunali – dicono i sindaci – sarà impossibile trovare i fondi in caso di emergenze. Le frane resteranno sul posto, con grave rischio dell'incolumità pubblica», dicono dalla Valle Imagna alla Val di Scalve. Preoccupazione anche dalla Comunità valle Seriana, a muoversi per prima la Comunità montana Valle Brembana che, a inizio gennaio, ha inviato una lettera di protesta all'assessore regionale alla Protezione civile Romano La Russa.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 22 gennaio

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