L'inganno dei nomadi in cantiere:
il costruttore beffato deve pagare

Una caparra pari al 30% del valore della casa in vendita. È questo il primo campanello d'allarme per capire che dietro a quella che si prospetta come una normale compravendita in realtà si nasconde una colossale fregatura.

Una caparra pari al 30% del valore della casa in vendita. È questo il primo campanello d'allarme per capire che dietro a quella che si prospetta come una normale compravendita in realtà si nasconde una colossale fregatura.

Sono di questi giorni diverse segnalazioni fatte dagli operatori immobiliari, agenti e imprese, che registrano la presenza nella nostra provincia di una banda specializzata in un meccanismo di acquisto che nasconde in realtà un inganno per i costruttori.

Il meccanismo è semplice. I presunti acquirenti si presentano in un cantiere prossimo alla fine dei lavori, e dove dunque gli appartamenti sono pronti per essere consegnati, per acquistare un'abitazione. Al momento della stipula del preliminare gli acquirenti offrono una caparra superiore a quello che normalmente viene richiesto. Caparra che arriva anche al 30% del valore dell'immobile.

Dopo la firma del preliminare, gli acquirenti si rivelano nomadi e si insediano nel cortile del palazzo con tanto di roulotte e famigliari al seguito. Iniziano così a bivaccare giorno e notte, pranzi e cene incluse, in quello che sarebbe uno spazio comune del condominio in attesa della perfezione del contratto con il rogito.

A questo punto il proprietario dell'immobile, dopo inutili solleciti a levare le tende, si vede costretto a un'estenuante trattativa per ottenere che la famiglia di nomadi si allontani. La loro presenza infatti dissuade qualunque altro possibile acquirente. Naturalmente per rescindere il contratto il costruttore deve restituire doppia caparra o comunque versare una cifra sostenuta.

Maggiori dettagli su L'Eco di Bergamo del 26 gennaio

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