Sindacati contro Comune e Atb
«Colpiti utenti delle fasce deboli»

I sindacati scendono in campo per protestare contro gli interventi del Comune di Bergamo relativi al trasporto pubblico locale «che prevedono già dal febbraio 2011 aumenti non condivisibili delle tariffe urbane (10%)».

I sindacati scendono in campo per protestare contro gli interventi del Comune di Bergamo relativi al trasporto pubblico locale «che prevedono già dal febbraio 2011 aumenti non condivisibili delle tariffe urbane (10%) e le ripercussioni sull'organizzazione del lavoro in ATB e sul servizio pubblico dovute alla diminuzione consistente del chilometraggio complessivo»

Le segreterie di CGIL CISL UIL di Bergamo unitamente alle categorie dei trasporti «evidenziano l'urgenza di avviare tempestivamente un tavolo di confronto sull'applicazione della delibera comunale. La tempistica in cui si è sviluppata la decisione, conseguente alle diminuzioni degli stanziamenti regionali, non ha permesso di definire un confronto approfondito sia sull'organizzazione del lavoro in ATB che sul versante di un'azione tesa a evitare un impatto così forte sulle fasce sociali in maggiore difficoltà (studenti, pensionati, ecc.)».

«Pur non sottovalutando la modifica apportata nella delibera e cioè la riduzione, non ancora sufficiente, dei tagli previsti sul chilometraggio e la garanzia di nessun esubero di personale, la scelta di praticare già dal 1 febbraio gli interventi di riduzione del servizio e di aumento tariffario non ha permesso di avviare un serio confronto - prosegue la nota -. Per quanto riguarda la Provincia di Bergamo il confronto con le organizzazioni sindacali è ancora aperto con l'orientamento della Provincia a contenere l'incremento nell'ambito del 7% delle tariffe. Le segreterie unitarie richiedono pertanto di aprire urgentemente un tavolo di confronto già nei prossimi giorni con la direzione aziendale e l'amministrazione comunale. La mancanza inoltre di una visione complessiva dell'impatto del trasporto pubblico locale in un'ottica non solo cittadina ma in un contesto più provinciale, rischia di favorire esclusivamente logiche economicistiche e aziendaliste che penalizzano i lavoratori ATB, la qualità e efficienza del servizio pubblico».

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