Roma by night è made in Bg
Dietro quelle luci c'è uno scalvino

È lui ad aver realizzato i fari subacquei dentro la Fontana di Trevi. Il gioco di luci che ci rimandano le cartoline in notturna è un progetto bergamasco. Così come quello di Castel Sant'Angelo o del Colosseo. Classe 1930, Pietro Stocchi è scalvino doc. Risponde al telefono da Roma, dove (oltre che presidente del Cai e consigliere nell'Arciconfraternita dei bergamaschi) anche ora lavora nell'azienda che lui stesso ha fondato, la «Svagolux». «Sono nato a Vilminore, i miei genitori sono morti presto, quindi dal 1941 al 1943 ho vissuto in Albania con uno zio». Al ritorno in Italia, a Bergamo, si è iscritto all'Esperia. «Indirizzo elettrotecnico, non ho avuto dubbi». La scintilla, metafora a tema, era già scattata.

È però fra le vie e i monumenti di Roma che Stocchi trova pane per i suoi denti. Giovanissimo entra nello staff di Acea, la municipalizzata del Comune che si occupa di illuminazioni: prima è semplice progettista, poi arriva a guidare il settore Illuminazione artistica e monumenti. Così firma progetti che, in più di un caso, oggi stanno sotto gli occhi di milioni, fra turisti e residenti. Dal Colosseo a Castel Sant'Angelo, poi ci sono stati l'Arco di Costantino, i Mercati Traianei, i chiaroscuri di Anagni, la Città dei Papi. Il ritorno in valle? Nei primissimi anni '90: «Ho conosciuto don Luciano Panfilo - spiega -, guidava la parrocchia di San Giovanni Bosco a Roma mentre curavo l'illuminazione della basilica. Era vilminorese, come me, mi ha detto: torna a vedere la tua valle. Ho detto di sì, ritrovando amici d'infanzia». E mettendo a disposizione la sua creatività. A Vilminore Stocchi ha curato gratuitamente il progetto luce della parrocchiale e nel 2008 quello per l'illuminazione pubblica. Piano, questo, fresco di finanziamento. Lui è entusiasta: «Vilminore lo merita, ha un borgo suggestivo, con il campanile di 64 metri, va valorizzato...».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 12 febbraio

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