A Gandino le reliquie di S. Valentino
Rivive una pagina del Seicento

Dove nasce la tradizione di San Valentino, patrono degli innamorati? E' un legame che alcuni fanno risalire alla tradizione anglosassone. Ma a Gandino nella basilica si custodiscono le sue reliquie. La storia in una pagina del Seicento.

Dove nasce la tradizione di San Valentino, patrono degli innamorati? E' un legame che alcuni fanno risalire alla tradizione anglosassone, secondo la quale gli uccelli nidificano il 14 febbraio e al santo di quel giorno sarebbe toccata la protezione degli innamorati.

Per la verità sono molti i santi, soprattutto vescovi, a portare questo nome ma tra loro viene citato, da autorevoli fonti, anche un Valentino sacerdote a Roma, commemorato il 14 febbraio nelle edizioni antiche del Martirologio Romano. Fu arrestato sotto l'imperatore Claudio il Gotico, che rimase colpito dalla sua saggezza. Gli furono concessi gli arresti nella casa del prefetto Asterio, alla cui figlia restituì la vista. Valentino avrebbe convertito l'intera famiglia del prefetto e per questo motivo sarebbe stato condannato a morte.

Il 14 febbraio del 286 d.c. fu condotto sulla via Flaminia, dove fu prima percosso con bastoni e quindi decapitato. Parti del corpo di questo santo riposerebbero nella chiesa di S. Prassede all'Esquilino in Roma, ma molte altre chiese dell'Italia e della Francia ne custodiscono le reliquie. Una delle più insigni, un braccio, è custodita a San Valentino Torio, in provincia di Salerno. Diversi studi, fanno invece risalire il patronato degli innamorati a un'altra figura di Santo di nome Valentino, vescovo di Terni, conosciuto per la celebrazione di matrimoni fra cristiani e pagani convertiti, pratica poco gradita ai Romani e per questo martirizzato. C'è anche l'ipotesi che diversi santi che portano tale nome siano in realtà derivati da un'unica figura che i più individuano in quella di San Valentino, vescovo di Passau. Ciò che è certo è che nella nostra provincia, a Gandino, si venerano le reliquie di quattro martiri patroni: Quirino, Ponziano, Flaviano e appunto Valentino. Quest'ultimo coinciderebbe con la figura di san Valentino sacerdote.

“Nel ‘600 – spiega Silvio Tomasini, rettore del Museo della Basilica – alcuni gandinesi, che allora intrattenevano fiorenti commerci di pannilana con il nord Italia e l'Europa, vollero far dono alla Basilica di preziose reliquie e incaricarono il gandinese don Anselmo Micheli di recarsi a Roma per questo scopo. Egli ottenne di traslare a Gandino le reliquie di S.Quirino e Flaviano. Nel 1628 don Andrea Rottigni e Giovanni Andrea Del Negro scrissero al Cardinal Cavallero per ottenere nuove reliquie, e portarono a Gandino quelle di S.Tecla e S.Giusto, e parte del corpo, avvolto in teli di seta rossa, di San Valentino Prete. Nel 1639 furono traslate in Basilica. Successivamente giunse a Gandino anche la reliquia di S.Ponziano Vescovo, custodita poi con le altre in preziosi reliquiari d'argento. L'enorme devozione di cui furono oggetto questi santi permise la costruzione di un grande altare in Basilica in loro onore. L'effettivo legame di queste reliquie con il patrono degli innamorati non può essere attribuita con sicurezza, ma vista e creduta con gli occhi che soltanto la fede può dare. La festa patronale ricorre alla prima domenica di luglio e in occasioni eccezionali (l'ultima il Giubileo del 2000) una solenne processione accompagna le reliquie nel centro storico di Gandino”.

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