Il Gran Prix di maggio in città:
le auto storiche non inquinano?

Che senso ha vietare la circolazione ai mezzi più inquinanti, far abbassare i riscaldamenti, prevedere domeniche a piedi e poi organizzare un Gran Prix in città, con «mezzi altamente inquinanti» come le vecchie auto da F1. È l'opinione di un nostro lettore.

Che senso ha vietare la circolazione ai mezzi più inquinanti, far abbassare i riscaldamenti, prevedere domeniche a piedi e poi organizzare un Gran Prix in città, con «mezzi altamente inquinanti» come le vecchie auto da F1. È l'opinione, più o meno condivisibile, di un nostro lettore.

Ecco la lettera di Piero
«Leggo sul vostro quotidiano odierno (notizia pubblicata sul nostro sito il 22 febbraio) l'articolo intitolato al Bergamo Gran Prix, nel quale viene dato un certo risalto alla manifestazione stessa con il relativo invito ad aderire alla manifestazione reperendo la scheda di iscrizione sul sito.

Nulla da eccepire, è sempre bello evocare le storie del passato e rivivere le emozioni che i predecessori dei bolidi odierni ci hanno dato. Non posso esimermi però dal voltarmi un poco indietro e leggere la cronaca a cui è stato dato risalto nei giorni scorsi relativa alla nostra qualità dell'aria, appena prima che una perturbazione di qualche giorno apparentemente abbia cancellato, apparentemente già, perché per quanto non si dica ma anche i valori odierni di PM 10 con annessi e connessi non è che ci diano un quadro rassicurante, e sicuramente nei prossimi giorni, col clima stabile si andrà inesorabilmente verso la situazione pressoché simile a quella di un paio di settimane fa.

Quindi, emergenza, blocco del traffico, riduzione orario riscaldamento ecc… Le classiche misure, fonti più di baruffe piuttosto che zuffe. Ma non ci si pone, ragionevolmente, la questione, che lo svolgere una simile manifestazione in un contesto urbano, già duramente penalizzato di per se, oltre tutto con dei mezzi altamente inquinanti non può essere considerata sostenibile.

Si vieta la circolazione ai mezzi non conformi alle normative, ma si tollerano iniziative che vanno in senso contrario. Certo, per altre mille motivazioni lo si giustifica, e quindi anche ai relativi mezzi. Ma le coscienze, le responsabilità dove stanno.

Cordialmente, Piero».

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