Notte all'addiaccio tra i binari
Ucciso dal freddo a 42 anni

Come ultimo letto, un giaciglio di coperte e un piumone rimediato dai volontari che si occupano dei disperati della stazione. Come ultimo cielo, il soffitto scrostato di una casamatta allo scalo merci. È qui che è cessata la sua vita.

Come ultimo letto, un giaciglio di coperte e un piumone rimediato dai volontari che si occupano dei disperati della stazione. Come ultimo cielo, il soffitto scrostato di una casamatta allo scalo merci. È qui che è cessata la sua vita, ultimamente assai randagia, di rimbalzo tra alcol e droga. Lui, 42enne di San Giovanni Bianco, non è sopravvissuto alle temperature crudeli di queste notti, precipitate di nuovo sotto lo zero.

Ucciso dal freddo, che non ha faticato ad avere ragione di un fisico debilitato dalla tossicodipendenza. Lo ha trovato morto la donna che con lui aveva diviso gli ultimi mesi. Lei dormiva nel giaciglio accanto e quando, ieri alle 7,15, ha aperto gli occhi, ha provato a svegliarlo. Niente, il compagno non dava alcun segno. Così lei è corsa ad avvertire la polizia ferroviaria.

Gli agenti sapevano dove dirigersi: lo scalo merci, «tana» di 4-5 habitué, che trovano riparo tra vecchi magazzini e vagoni, sfidando il gelo e la disperazione. Non c'era più nulla da fare, neppure per il 118. Un malore nel sonno, dovuto molto probabilmente al freddo. Ecco la presunta causa di questa morte silenziosa. Nessun segno di violenza, né di overdose.

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