Tutti in pista per Yara Gambirasio
Tre mesi di ricerche e indagini

Sono stati tre lunghi mesi quelli che sono trascorsi dal 26 novembre quando Yara Gambirasio, 13 anni, di Brembate Sopra, è scomparsa da casa dopo essere dopo essere uscita dal centro sportivo del paese in cui abitava, dove era andata per portare uno stereo che doveva servire per una gara.

Sono stati tre lunghi mesi quelli che sono trascorsi dal 26 novembre quando Yara Gambirasio, 13 anni, di Brembate Sopra, è scomparsa da casa dopo essere dopo essere uscita dal centro sportivo del paese in cui abitava, dove era andata per portare uno stereo che doveva servire per una gara.

Considerato il carattere tranquillo della ragazza e il suo stile di vita, è stata subito scartata l'ipotesi della fuga volontaria. Nessuna lite con i genitori, ottimi voti a scuola, nessuna conoscenza pericolosa nei giorni precedenti alla sparizione, anche perchè nella rubrica del suo telefono cellulare c'era solo una decina di numeri di telefono, nessuno di estranei alle normali amicizie e all'entourage famigliare.

Una svolta nelle indagini arriva poco dopo la scomparsa, il 5 dicembre 2010: il cittadino marocchino Mohamed Fikri, che lavora in un cantiere edile di Mapello, vicino a Brembate, viene fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri. Contro di lui pesano diversi inizi, tra i quali un'intercettazione ambientale in cui sembra affermi «Allah perdonami non l'ho uccisa io». La traduzione era però sbagliata. Mohamd Fikri si proclama innocente e riesce a dimostrare che le sue vacanze in Marocco erano programmate da tempo e che non stava fuggendo. Due giorni dopo, il 7 dicembre, anche su richiesta del pubblico ministero il Gip dispone la scarcerazione del cittadino marocchino.

Dall'8 dicembre le ricerche e le indagini ripartono da caspo. Ci sono almeno tre testimoni che sostengono di avere visto Yara uscire dal palazzetto dello sport. Il primo a raccontare di aver visto la ragazzina è Enrico Tironi sul quale per alcuni giorni si addensano sospetti. Il 16 dicembre un altro giorno di allarme: c'è apprensione per il ritrovamento di una felpa dello stesso colore di quella che indossava Yara, ma è un falso alalrme e continuano le ricerche che si allargano ad un'area sempre più vasta. In particolare vengono controllate le celle telefoniche per stabilire l'ora dell'ultimo contatto di Yara.

Il 28 dicembre la famiglia fa il primo e ultimo appello davanti alle telecamere: «Ridateci nostra figlia - hanno detto -. Noi imploriamo la pietà di quelle persone che trattengono Yara chiediamo loro di rispolverare nella loro coscienza un sentimento d'amore; e dopo averla guardata negli occhi gli aprano quella porta o quel cancello che la separa dalla sua libertà».
Intanto le ricerche continuano mentre da Brembate il 15 gennaio il sindaco Diego Locatelli invita i giornalisti ad allentare la morsa sul paese che deve tornare alla normalità. Il ritrovamento arriva a tre mesi esatti dalla scomparsa.

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