Il criminologo: «Uccisa subito»
Lo psichiatra: Yara lo conosceva

Yara Gambirasio «è stata uccisa subito, nel giro di mezz'ora»; il suo corpo «probabilmente è stato sempre lì». A sostenerlo è il criminologo Francesco Bruno, docente a La Sapienza. L'ipotesi dello psichiatra: un pedofilo della porta accanto.

Yara Gambirasio «è stata uccisa subito, nel giro di mezz'ora dal rapimento» e il suo corpo «probabilmente è stato sempre lì dove è stato trovato» sabato scorso, in un campo di sterpaglie a 10 chilometri da casa della 13enne. Ad ucciderla «non è stato un serial killer o un "mostro", non mi sembra un omicidio passionale: è un omicidio volontario premeditato di qualche sicario o killer che ha fatto egregiamente il proprio mestiere, peraltro facile. L'hanno uccisa e basta».

A sostenerlo, all'agenzia TMNews, è il criminologo Francesco Bruno, docente di Psicopatologia forense e criminologia all'università La Sapienza di Roma. «Il corpo aveva tutta l'aria di stare lì da un sacco di tempo - dice Bruno - però è probabile che sia stato fatto in qualche modo ritrovare proprio dai rapitori che l'hanno uccisa. Ci sono state molte iniziative della famiglia in questo senso e non credo alla storia dell'aeroplanino» dell'uomo che ha ritrovato il cadavere, finito proprio in quel campo.

L'autopsia sul cadavere, in corso a Milano, fornirà di certo altri dettagli su tempi e cause della morte di Yara, ma per il criminologo i primi elementi sullo stato del corpo e sul suo ritrovamento fanno ritenere che «l'azione è stata fatta da persone fredde e lucide. L'hanno uccisa nella prima mezz'ora dal rapimento. Poi può darsi che in una manifestazione di pietà abbiano fatto ritrovare il corpo. Anche l'elemento del coltello è importante - prosegue il criminologo - perchè potrebbe essere stato usato per depistare le indagini. Di solito, ad esempio, il crimine organizzato non uccide una ragazzina, oppure lo fa cercando di far attribuire la colpa ad altri e così è possibile che sia stato usato il coltello in modo depistante. Di sicuro, però, è stato usato per uccidere. La ragazza si è difesa ed è stata accoltellata nella schiena perchè cercava di fuggire».

Bruno mette però sotto accusa i metodi di ricerca: «Per mia esperienza è possibile che in Italia qualcosa che si cerca non si trovi anche se sta a pochi centimetri, perchè le ricerche delle persone scomparse vengono fatte senza un metodo, senza una responsabilità adeguata. Non è colpa delle persone, ma del sistema che non è in grado di intervenire. In Italia si va a 'Chi l'ha visto?' e non si cerca così una persona scomparsa. Ci vorrebbe una 'testa' - conclude - una sala operativa interforze sulle persone scomparse: tutti i paesi hanno strumenti organizzativi più semplici. Tutti tranne noi».

L'ipotesi dello psichiatra: un pedofilo della porta accanto
L'ipotesi sul profilo dell'omicida di Yara Gambirasio, tracciata dallo psichiatra Tonino Cantelmi, dell'università Lumsa di Roma, sulla base dei primi elementi venuti alla luce dopo il ritrovamento del corpo della ragazza parla di un pedofilo dalla personalità narcisitica, una persona che Yara conosceva e che probabilmente vive nello stesso paese o nelle vicinanze, un giovane adulto capace di uccidere e di assumere subito dopo un comportamento normale in società.

Secondo Cantelmi l'assassino dovrebbe essere cercato nelle persone vicine a Yara, alla sua famiglia, nel paese. Più che la violenza sessuale, la causa scatenante dell'omicidio potrebbe essere stata la pedofilia.

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