Il reddito non è discriminante:
il Tribunale dà ragione a Tahir

Il tribunale di Bergamo dà ragione alla Fiom Cgil sul «caso Palosco». Un cittadino immigrato non può essere discriminato sulla base del proprio reddito. L'ha stabilito il tribunale, accogliendo il ricorso della Fiom Cgil per il caso di Ashraf Tahir.

Il tribunale di Bergamo dà ragione alla Fiom Cgil sul «caso Palosco». Un cittadino immigrato non può essere discriminato sulla base del proprio reddito. È quanto ha stabilito lunedì 7 marzo il tribunale di Bergamo, accogliendo il ricorso della Fiom Cgil per il caso di Ashraf Tahir, ex operaio e disoccupato di origine pakistana che lo scorso giugno si era visto negare la residenza dal sindaco di Palosco (comune della Bergamasca) perché aveva un reddito inferiore ai 5mila euro.

«Quella di oggi è una sentenza importante - dice Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia - che servirà a ricordare a tutte le amministrazioni leghiste che non possono trattare gli immigrati come vogliono, senza rispettare la legge».

Massimo Pinetti, leghista e primo cittadino di Palosco, a maggio 2008 aveva emanato un'ordinanza che prevedeva l'esclusione della cittadinanza per chi non avesse raggiunto «un reddito annuo di importo superiore al livello minimo previsto dalla legge per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria» (cioè all'incirca 5.000 euro).

Dopo essere venuti a conoscenza del caso di Tahir, la Fiom Cgil di Bergamo e il suo Coordinamento migranti, sostenuti dalla Fondazione Guido Piccini Onlus e l'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) Lombardia, avevano informato il Prefetto di Bergamo, il Questore e l'Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità), sollecitandoli ad intervenire.

L'Unar aveva inviato una lettera indirizzata alle autorità locali, definendo il provvedimento del Comune «discriminatorio». Ma questo non era bastato a far cambiare idea al sindaco di Palosco. Il primo cittadino leghista, infatti, non solo non si è mai curato delle sollecitazioni della Fiom Cgil e dell'intervento dell'Unar ma ha anche sanzionato una lista civica che era andata a volantinare a Palosco contro l'ordinanza.

«Non abbiamo mai avuto dubbi sull'illegittimità del provvedimento del sindaco di Palosco - dice Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia - e siamo soddisfatti della sentenza del Tribunale che ordina al Comune di iscrivere Tahir nell'anagrafe della popolazione residente».

La sentenza del Tribunale, aggiunge Eugenio Borella, segretario provinciale della Fiom Cgil di Bergamo «ribadisce che l'ordinanza emanata dal Comune leghista è discriminatoria, come avevamo già segnalato noi nei mesi scorsi». Il sindaco dovrà ora risarcire Tahir, la Fondazione Guido Piccini Onlus e l'Asgi Lombardia.

«In molti avevano detto al sindaco di Palosco che l'ordinanza era discriminatoria - dicono Rota e Borella -. Anche "L'Eco di Bergamo" aveva dedicato molto spazio alla vicenda, sensibilizzando l'opinione pubblica. Eppure Pinetti ha continuato a fare di testa sua. Crediamo che debba pagare di tasca propria la sua testardaggine, senza gravare sulle spalle dei cittadini di Palosco».

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