Brembilla, dramma a lieto fine
Ora l'accusa di minacce aggravate

Sono state 42 ore di ansia e di attesa. Ma la fuga di Marco Locatelli, il giovane operaio di Brembilla scomparso da casa sabato sera, è finita nel migliore dei modi.

Sono state 42 ore di ansia e di attesa. Ma la fuga di Marco Locatelli, il giovane operaio di Brembilla scomparso da casa sabato sera, è finita nel migliore dei modi. È stato ritrovato lunedì alle 18 dai carabinieri di Zogno, impegnati nelle operazioni di ricerca.

Lunedì pomeriggio centinaia di volontari della Protezione civile si erano radunati e avevano già cominciato a setacciare il territorio – con loro anche il padre e il fratello di Marco – oltre a numerosi abitanti del paese. Ma solo fino a metà giornata, perché la notizia che il giovane potesse avere con sé un fucile ha stravolto le modalità di ricerca: meglio impiegare solo i militari per scandagliare i monti circostanti Brembilla, in particolare dove è stato visto per l'ultima volta, la notte tra sabato e domenica, sulla strada per Sant'Antonio Abbandonato.

Marco Locatelli, 22 anni, cacciatore, lavora per un'azienda meccanica. Sabato sera si era allontanato da casa, in via Caravaggio, imbracciando un fucile.

Stando alle prime testimonianze, il giovane, arrabbiato e frastornato in seguito a una delusione amorosa, ha lasciato la casa in cui vive con i genitori e il fratello senza cellulare e portafoglio, portandosi appresso anche un fucile a pallettoni e raggiungendo a piedi l'abitazione di una donna di 35 anni, sua collega di lavoro. Qui ha esploso due colpi, il primo verso le 22,30, il secondo mezzora più tardi, danneggiando la portafinestra della cucina.

Dopodiché Marco è fuggito, dirigendosi verso la frazione di Sant'Antonio Abbandonato: un testimone ha riferito ai carabinieri di Zogno di averlo visto verso mezzanotte e mezza sulla strada comunale, all'altezza di Malentrata.

Alla soluzione positiva si è arrivati verso le 18. È stato grazie alla segnalazione di un residente del Monte di Zogno se si è riusciti a ritrovare il giovane. Contrariamente a quanto si pensava non aveva più con sé l'arma – continuano i genitori – l'aveva abbandonata nei pressi dell'abitazione di un conoscente dove si era rifugiato per trascorrere una notte. Mentre la seconda notte l'ha trascorsa dormendo sull'erba, in condizioni difficili dal momento che indossava solo i pantaloni di una tuta, una giacca e scarpe da ginnastica».

Il giovane dovrà rispondere di minacce aggravate.

Leggi Silvia Salvi su L'Eco inedicola martedì 8 marzo

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