In difesa dei sentieri di montagna
«I motociclisti violano i divieti»

Continua la polemica tra Cai e motociclisti sui sentieri di montagna: l'ultimo intervento è costituito dalla lettera di un iscritto al Club alpino italiano  in cui sono pesantentemente criticate le posizioni del presidente della Federazione motociclista italiana.

Continua la polemica tra Cai e motociclisti sui sentieri di montagna:
l'ultimo intervento è costituito dalla lettera di un iscritto al Club alpino italiano in cui sono pesantentemente criticate le posizioni del presidente della Federazione motociclista italiana.

«Egregio presidente Federazione motociclistica italiana, mi rendo conto che presiedere una Federazione importante (sotto l'aspetto affaristico) qual è la Federazione motociclistica italiana può essere a volte un compito gravoso che comporta la necessità di effettuare interventi magari non sentiti, ma necessari alla difesa degli interessi degli aderenti alla stessa».

«Sono tuttavia rimasto allibito leggendo la sua lettera di risposta alla nota del Cai di Bergamo, il quale contesta la presenza di motociclisti sui sentieri di montagna. Allibito perché, data l'impossibilità di basare in modo fondato la difesa d'ufficio, quest'ultima avrebbe dovuto essere dimessa e discreta nel tentativo di trovare delle attenuanti, non essere addirittura arrogante e supponente».

«Con le sue parole infatti, vorrebbe addirittura affermare non solo che per i motociclisti sia un sacrosanto diritto andare sui sentieri di montagna, ma che addirittura la cosa sia altamente benefica per la montagna stessa! Lo slogan da Lei coniato è: "meno male che ci sono i motociclisti in montagna"».

«Sembra di sentire quei cacciatori che, nel voler motivare la loro attività venatoria, dicono di sparare agli animali perché amano la natura (e quindi anche gli animali a cui sparano, evidentemente!). Sarebbe meglio ammettere la realtà, seppure tristissima, piuttosto che essere ipocriti e adottare teorie fasulle: i motociclisti che vanno in montagna non sono appassionati della montagna, ma solo del loro mezzo con il quale pretendono di dimostrare chissà quali capacità, senza alcuna sensibilità per ciò che li circonda e senza alcun interesse per l'ambiente che stanno attraversando».

«Premetto che non sono un fanatico ambientalista integralista (anche se dopo avere letto la sua lettera mi è venuta voglia di diventarlo). Ritengo solo che la "montagna" e la natura più generale, siano un argomento complesso che va affrontato salvaguardando tutti i diversi aspetti e contenuti che lo riguardano. Entrando nello specifico, non credo sia necessario rammentarLe che la legislazione italiana, sia nazionale sia locale, proprio a tutela dell'ambiente montano prevede specifici divieti di circolazione per i mezzi a motore, non solo sui sentieri di montagna, ma anche sulle carrarecce e le mulattiere, destinandone l'uso ai mezzi agricoli locali autorizzati e ai mezzi di soccorso».

«Tali divieti sono regolarmente violati dai motociclisti che vanno in montagna e che Lei pretende di difendere. Ritengo che Lei, da presidente autorevole e certamente competente di legislazione italiana, dovrebbe prendere le distanze da questi signori, che oltre a essere dei trasgressori sono anche degli emeriti ignoranti, vista l'incoscienza con cui spingono i loro mezzi in montagna causando danni di cui probabilmente ignorano i devastanti effetti».

«Sovente, purtroppo, ne incontro durante le mie escursioni. Non Le dico il piacere, trovandomi a camminare in un ambiente integro, di sentire all'improvviso il rumore del motore e di respirare i gas di scarico! Lo scorso inverno, mentre salivo con gli sci il versante sud del monte Sirente, mi si affiancò un motociclista che guidava un quad. Alle mie rimostranze (la circolazione è vietata sin dalla valle sottostante) si giustificò dicendo che mi stava aiutando aprendo la pista! Questo è il genere di imbecille che Lei tenta di difendere».

«Tralasciando i divieti di legge e tornando alla Sua lettera, taluni passi da Lei scritti lasciano veramente interdetti. A Suo dire l'andare in moto per montagne fornirebbe un contributo "positivo al mantenimento in vita della rete dei sentieri e delle mulattiere… sui tracciati più impervi e meno utilizzati dall'escursionismo pedonale…". "Senza la presenza dei motociclisti se ne perderebbe la fruibilità". Ma ha idea di cosa sta parlando? Sa quali caratteristiche può avere un sentiero "impervio" classificato EE?»

«Conosce l'impatto ambientale causato dall'inquinamento, non solo quello della combustione del propellente, ma ancora di più quello acustico? Sa che cosa succede alla flora e soprattutto alla fauna al passaggio di una motocicletta? Non vi può essere salvaguardia dell'ambiente se non si tutelano le poche aree dove flora e fauna possono vivere lontane dall'attacco continuo di veleni e rumori assordanti! Non solo. Quando mai sono stati ritrovati cercatori di funghi o escursionisti dispersi tramite motociclisti?».

«Date le caratteristiche morfologiche solo un cretino mobiliterebbe privati motociclisti per soccorrere degli scomparsi in montagna! Cosa diversa è dire che le guardie forestali o il soccorso di montagna, i soli in possesso delle competenze tecniche necessarie, si avvalgono anche di mezzi quali la motocicletta. E ha il coraggio anche di parlare di etica. Ma quale può essere l'etica di un motociclista che invade la montagna, massacrando il fondo su cui cammina con il suo mezzo inquinante e rumoroso, spaventando gli animali?».

«Sia se è inconsapevole (e ciò è già grave di per sé) o consapevole (e quindi senza nessuna sensibilità per l'ambiente circostante) le sue colpe e responsabilità non cambiano. Lei giunge all'assurdo dichiarando che il frequentatore della montagna a piedi o in moto ha "la possibilità di trovarsi in un contesto naturalistico incontaminato". Egregio presidente, il contesto a cui Lei fa riferimento è tale soltanto se si evita di devastarlo con mezzi quali le motociclette. Mi dia retta. Provi ad ascendere una montagna con le sue gambe. Vedrà che la cosa è ben diversa dal risalire un sentiero con l'ausilio di un mezzo motorizzato».

«Fatica e sudore saranno ben ripagati dal silenzio pieno di fruscii e richiami di uccelli, e dallo spettacolo continuo che si mostrerà ai Suoi occhi, passo dopo passo. Per superare qualche chilometro ci metterà del tempo, molto di più che se utilizzasse la sua amata motocicletta, ma ne varrà la pena. La montagna ha bisogno di rispetto, di silenzi, di sacrale ammirazione, e non di essere martoriata da fanatici conquistatori su due ruote. Sponsorizzi i meeting motociclistici nelle piste da corsa e nei campetti per il motocross, e tenga lontano i motociclisti dai percorsi di montagna. Chi la ama davvero le sarà eternamente grato! Distinti saluti».

Sergio Marzinotto

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