Il genero del cuoco morto in pista
«Quel salto non era segnalato»

«La pista non era chiusa e quel salto non era certo segnalato. Tant'è vero che, dopo l'incidente, sono passate parecchie persone di lì». A parlare è Valerio, genero di Silvio Giussani, il cuoco trevigliese di 52 anni morto martedì a mezzogiorno a Foppolo, cadendo con gli sci nello snow park del comprensorio sciistico.

Mercoledì al ristorante «Al Sole» di via Mazzini, vicino alla stazione Ovest di Treviglio, è stato un continuo viavai di persone che hanno voluto salutare per l'ultima volta il cuoco: la famiglia ha voluto allestire la camera ardente proprio nella sala del ristorante di famiglia, dove Giussani lavorava da trent'anni a fianco dei genitori, dei fratelli e della moglie.

«Io mi trovavo dietro di lui - racconta il genero -: non ho assistito direttamente all'incidente perché era nascosto da una collinetta di neve, ma sono arrivato lì pochi istanti dopo. Voglio dire chiaramente che la pista degli snow board non era chiusa e tantomeno recintata: se c'erano dei cartelli forse erano piccoli e comunque io non li ho visti».

Toccherà agli inquirenti chiarire esattamente come sono andate le cose. Il cuoco lascia la moglie Anna, le figlie Laura e Valeria, i genitori Luigia ed Emilio, il fratello Giovanni e la sorella Uliana. L'intera famiglia lavora al ristorante di via Mazzini, uno dei più conosciuti della città della Bassa e tra i pochi a essere gestito per così tanti anni dallo stesso nucleo familiare.

Venerdì mattina, alle 10,30, saranno celebrati i funerali: il feretro di Silvio Giussani verrà portato alle 10 nella chiesa di San Giuseppe, in via Casnida. Sarà prima recitato il Rosario e poi celebrati i funerali. Al termine della Messa, il feretro del cuoco trevigliese verrà portato al cimitero di Bergamo, dove la salma verrà cremata.