La preside di Yara all'assassino:
«Guardati allo specchio e decidi»

«Quando ti guardi allo specchio vedi una persona umana? Vai in fondo al tuo essere persona e verifica se stai bene con te stesso, poi decidi». È l'appello lanciato all'assassino di Yara dalla preside della scuola, suor Carla Lavelli.

«Quando ti guardi allo specchio vedi una persona umana? Vai in fondo al tuo essere persona e verifica se stai bene con te stesso, poi decidi». È il messaggio lanciato all'assassino di Yara dalla preside della scuola, suor Carla Lavelli.

Suor Carla ha affidato a queste poche parole il suo appello all'omicida della ragazzina, che frequentava la classe della terza C della scuola media «Maria Regina» di via Broseta a Bergamo.

Parole, le sue, confidate a margine della 30ª edizione della camminata delle scuole cattoliche partita proprio da dove studiava Yara, all'istituto delle suore Orsoline di Somasca. Un invito a guardarsi dentro, a realizzare quanto sia opprimente quella colpa per poterla tenere senza confessare.

Durante la cerimonia di inizio della camminata il vescovo di Bergamo, mons. Beschi, ha benedetto l'albero piantato in ricordo di Yara Gambirasio e ha rivolto un pensiero per i genitori della ragazzina. «Che la prova di quella famiglia ci incoraggi e essere più forti e determinati nel proteggere i nostri figli».

E poi ha esortato i genitori presenti alla manifestazione a crescere i propri figli educandoli «nel corpo, nello spirito, nella mente e nel cuore. Perché diventino adulti forti, capaci di vivere in questo mondo oscuro e possano dare il loro contributo perché lo rendano più ricco di giustizia e di pace».
 
Sotto un cielo piovoso, monsignor Francesco Beschi è arrivato davanti all'albero in fiore dedicato alla piccola Yara. Sulla pianta, il ritratto della tredicenne di Brembate Sopra e una poesia: «Il ricordo del tuo sorriso illuminerà questi giorni bui».

Il vescovo, quasi parlando alla giovane la cui vita è stata spezzata «dal male compiuto dagli uomini», ha pregato perché l'albero «possa fiorire pienamente davanti a te. E che i nostri occhi, pur oscurati dal dolore, riescano a vederlo nella luce del Cristo Risorto, nel quale confidiamo. Lui vive e regna nei secoli dei secoli».

Leggi di più su L'Eco di Bergamo del 14 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA