Merelli ritorna sulle cime himalaiane
Nuovo assalto alla vetta del Dhaulagir

L'alpinista bergamasco Mario Merelli torna sul Dhaulagir, una cima himalaiana di 8.164 metri vicno alla quale erà già arrivato due volte in entrambe i casi una spedizione segnata da un evento tragico: la scomparsa dello spagnolo Pepe Garces nel 2001 e quella del bergamasco Sergio Dalla Longa.

«I seracchi sotto campo 1, il piccolo Eiger, quindi il grande plateau e la spalla dove si monta la seconda tenda. Un altro tratto ripido ma non pericoloso fino a campo 3 e poi il difficile traverso che porta al canalino e infine alla cima». In quattro parole il Dhaulagiri è questo. Mario Merelli lo ripercorre mentalmente nella sede del Cai di Bergamo (dove giovedì sera gli è stato consegnato il gagliardetto del sodalizio) e ne snocciola i passaggi principali come fosse la trama di un film già visto.

È così. Sulle pendici della cima himalaiana di 8.164 metri, ma qualche testo sconta quattro metri arrivando a 8.160, lo scalatore di Lizzola c'è già stato due volte nel 2001 e nel 2007. In entrambi i casi a un soffio dalla vetta – 8.100 metri la prima volta, quota 8.000 la seconda -, in entrambe i casi una spedizione segnata da un evento tragico: la scomparsa dello spagnolo Pepe Garces nel 2001 e quella del bergamasco Sergio Dalla Longa quattro anni or sono.

In fondo tornare lassù è anche un modo per ricordare questi compagni degnamente e celebrarne la grande passione per la montagna: «Ho dovuto aspettare un po' – dice seduto di fianco al presidente del Cai Paolo Valoti -, ma adesso è arrivato il momento. Partirò la prossima settimana (il 4 aprile, ndr) e il biglietto di ritorno è per i primi di giugno».

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