Trasporto pubblico in sciopero
Giovedì e venerdì non si viaggia

Contro il mancato rinnovo del Contratto nazionale scaduto da più di due anni e contro i tagli del Governo, braccia incrociate questa settimana in uno sciopero nazionale di ventiquattro ore il 31 marzo ed il 1° aprile fra i lavoratori del trasporto pubblico locale e ferroviario.

Contro il mancato rinnovo del Contratto nazionale scaduto da più di due anni e contro i tagli del Governo, braccia incrociate questa settimana in uno sciopero nazionale di ventiquattro ore il 31 marzo ed il 1° aprile fra i lavoratori del trasporto pubblico locale e ferroviario.

A proclamarlo unitariamente sono state FILT-CGIL, FIT-CISL, UIL-Trasporti, UGL- Trasporti, Orsa, Faisa e Fast. Il 31 marzo in agitazione scenderanno gli addetti ai bus che effettuano i servizi extraurbani mentre il 1° aprile la protesta interesserà il personale di bus, metro e tram dei servizi urbani. I lavoratori delle ferrovie, dei servizi e delle attività accessorie si fermeranno dalle 21.00 del 31 marzo alla stessa ora del 1° aprile.

Anche a Bergamo e in provincia il personale viaggiante, i turnisti e gli addetti alle funicolari (meccanici compresi) si fermeranno 24 ore. Sarà garantito il servizio dalle ore 6.00 alle ore 9.15 e dalle ore 12.30 alle ore 16.00 (con l'eccezione della S.A.I. di Treviglio che garantirà il trasporto dall'inizio del servizio fino alle 8.30 e dalle 12.30 fino alle 15.30).

Incroceranno le braccia per l'intera prestazione lavorativa, invece, impiegati, lavoratori delle officine e degli impianti fissi. «Siamo arrivati allo sciopero, dal momento che le controparti datoriali sembrano solo interessate ad incassare maggiori flessibilità senza offrire contropartite» ha commentato Cesare Beretta, segretario generale provinciale della FILT-CGIL di Bergamo. «Per i circa 240 mila lavoratori del settore in tutto il Paese, 1500 circa in bergamasca, la trattativa, dunque, non lascia intravedere spiragli. A complicare le cose è, poi, il Governo con i suoi tagli di risorse. Naturalmente, come in occasione di ogni astensione dal lavoro nel servizio del trasporto pubblico, ci teniamo a specificare che la nostra protesta non vuole colpire cittadini né pendolari, coi quali già ora ci scusiamo».

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