Cure sub-acute: per Bergamo
la Regione ipotizza 118 posti letto

L'attivazione di oltre mille posti letto per le cure sub acute (intermedie tra l'ospedale e il domicilio) e la sperimentazione in 5 Asl di un nuovo modello organizzativo per coordinare e integrare i servizi extraospedalieri a favore dei pazienti cronici (con la nascita dei Chronic Related Group).

L'attivazione di oltre mille posti letto per le cure sub acute (intermedie tra l'ospedale e il domicilio) e la sperimentazione in 5 Asl di un nuovo modello organizzativo per coordinare e integrare i servizi extraospedalieri a favore dei pazienti cronici (con la nascita dei Chronic Related Group).

Sono queste le due principali novità contenute nella delibera, approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Sanità Luciano Bresciani, che specifica le «regole» 2011 per la gestione del Servizio Socio-Sanitario regionale (secondo provvedimento).

«Proseguiamo con decisione - spiega l'assessore Bresciani - nel percorso già avviato, per rispondere a quella che è la vera sfida futura della sanità e cioè la cronicità. Il cambiamento segnalato nel Programma Regionale di Sviluppo e nel Piano Socio-Sanitario e cioè "dalla cura al prendersi cura" trova la sua piena realizzazione in questo provvedimento, che mette al centro la persona e il suo bisogno di cura».

CURE SUB-ACUTE
Sulla falsariga di alcune sperimentazioni già in atto (a Milano, Soncino e Varese) saranno attivate in tutte le Asl della Lombardia strutture intermedie tra l'ospedale e il territorio per l'erogazione di cure sub-acute. L'obiettivo è assistere adeguatamente quei pazienti che, pur avendo superato la fase di instabilità e di criticità clinica, continuano ad avere bisogno di assistenza.

«Si tratta in definitiva - spiega Bresciani - di cure rivolte a persone che altrimenti prolungherebbero senza necessità il ricovero in ospedale o al contrario potrebbero essere ricoverate in ospedale in maniera inappropriata. L'obiettivo è creare un contesto sanitario protetto alternativo al domicilio ma anche a strutture di tipo socio-sanitario».

Il servizio delle cure sub acute è rivolto principalmente a due categorie di persone: pazienti, prevalentemente anziani, dimessi dall'ospedale ma non in condizioni di poter essere adeguatamente assistiti al proprio domicilio (si riduce la durata della degenza e si assicura al paziente l'assistenza in un ambiente protetto). E pazienti, prevalentemente anziani e/o cronici caratterizzati da una tendenza alla instabilità clinica, quando le possibilità di assistenza domiciliare non offrono garanzie sufficienti, ma che possono essere risolte con modalità diverse dal ricovero ospedaliero.

Condizione essenziale è la predisposizione di un piano di assistenza individuale, che ha lo scopo di far recuperare indipendenza ai pazienti in vista di un loro ritorno a casa. La durata della degenza in queste strutture dovrebbe essere non inferiore ai 10/15 giorni e non superiore ai 30/40.

Il fabbisogno di posti letto ipotizzato è di 1.145 in tutta la Lombardia con questa distribuzione nelle diverse Asl: Bergamo 118, Brescia 97, Como 54, Cremona 37, Lecco 55, Lodi 27, Mantova 30, Milano città 249, Milano 1 146, Milano 2 59, Monza e Brianza 66, Pavia 91, Sondrio 26, Varese 76, Valle Camonica 14.

Compito delle stesse Asl sarà quello di proporre alla Regione la distribuzione territoriale dei posti letto per cure sub acute. Le strutture in cui saranno attivati questi posti letto potranno essere indipendenti rispetto a quelle per la cura degli acuti o farne parte, occupando un'area specifica dello stesso ospedale per acuti. Si tratterà in via preferenziale di ospedali medio-piccoli, non inseriti nella rete dell'emergenza urgenza, nei quali siano presenti solo alcune specialità ospedaliere di base.

CRONICITA'
«Sarà sperimentata in 5 Asl della Lombardia (Milano, Milano 2, Bergamo, Como, Lecco) - spiega ancora Bresciani - una innovativa modalità di presa in carico dei pazienti cronici (oltre 200.000 le persone potenzialmente coinvolte)».

Attraverso una quota di risorse stabilita in anticipo (Chronic Related Group), dovranno essere garantiti con continuità ai pazienti tutti i servizi extraospedalieri necessari per una buona gestione della patologia cronica (prevenzione secondaria, follow up, monitoraggio persistenza terapeutica, specialistica ambulatoriale, protesica, farmaceutica).

In una prima fase, le patologie individuate per la sperimentazione sono: bronco pneumopatie cronico ostruttive, scompenso cardiaco, diabete di tipo I e II, ipertensione e cardiopatia ischemica, osteoporosi, patologie neuromuscolari.

«Il cardine del progetto - sottolinea l'assessore - è rappresentato dalla individuazione - a livello di distretto in ognuna delle Asl coinvolte dalla sperimentazione - del soggetto gestore in grado di garantire la continuità del percorso e della presa in carico dei pazienti, interagendo con tutti gli attori coinvolti nella gestione della patologia e garantendo le necessarie competenze di tipo amministrativo, organizzativo e gestionale».

Sarà compito delle Asl individuare il soggetto gestore: medico di medicina generale, Onlus, fondazioni, aziende ospedaliere, strutture sanitarie accreditate e a contratto sia intra che extraospedaliere, ecc. A questo soggetto sarà data la responsabilità della continuità delle cure dei pazienti e le relative risorse. Nelle 5 Asl in cui sarà sperimentato il Chronic Related Group, le strutture sub acute si integreranno con il percorso di presa in carico della cronicità.

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