Taglio delle risorse per il sociale
Da Seriate un appello unitario

Il taglio delle risorse delle Politiche sociali continua a preoccupare. È la volta dell'ambito territoriale di Seriate che chiede chiarezza sulla programmazione delle risorse legate ai trasferimenti statali e regionali in materia di politiche sociali.

Il taglio delle risorse delle Politiche sociali continua a preoccupare le amministrazioni bergamasche. È la volta dell'ambito territoriale di Seriate che chiede chiarezza sulla programmazione delle risorse legate ai trasferimenti statali e regionali in materia di politiche sociali. A seguito dell'Assemblea dei sindaci, tutti i primi cittadini sono stati concordi nello scrivere una lettera indirizzata al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, all'assessore regionale alle Politiche Sociali, Giulio Boscagli, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, a Mara Azzi, direttore generale dell'Asl Bergamo, all'Anci Lombardia, al Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, agli Ambiti territoriali della Provincia di Bergamo e ai sindaci dei Comuni Ambito territoriali di Seriate.

Oggetto della lettera, che verrà inviata il 7 aprile, è chiedere chiarezza e applicazione del principio di sussidiarietà verticale dei Comuni, nella gestione autonoma delle risorse. Il fronte dell'Assemblea, presieduta dal sindaco di Seriate, Silvana Santisi Saita, è compatto sulla necessità di sapere l'effettiva entità e la ripartizione del Fondo sociale regionale (FSR), che preannuncia un taglio sconcertante: 280 mila euro in meno rispetto al 2010. Nonostante si imponga una rigorosa programmazione, dalle tempistica stringente, ad oggi, non è ancora comunicato l'importo del fondo.

Altro nodo cruciale è la mancata libertà nel gestire con flessibilità le risorse assegnate, vincolate da distribuzione frammentata e predeterminata sulle modalità di utilizzo, nonostante la Regione Lombardia, in un documento di programmazione, avesse previsto l'istituzione di un «fondo unico». «Con la ripartizione settoriale diventa difficoltoso usare al meglio le risorse disponibili orientandole ai reali bisogni dei singoli territori - secondo Seriate -. Politicamente e in pratica si limita l'autonomia dei Comuni».

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