Opere pubbliche, mancano 38 milioni
Priorità alla «risalita» in Città Alta

Forse il dato più significativo del Piano triennale delle opere pubbliche è quello finanziario: dei 55 milioni di euro previsti sul 2011, attualmente in cassa ce ne sono, più o meno, 17 e con in tempi che corrono trovarne altri non sarà facilissimo.

Forse il dato più significativo del Piano triennale delle opere pubbliche, presentato venerdì sera in seconda commissione consiliare, è quello finanziario: dei 55 milioni di euro previsti sul 2011, attualmente in cassa ce ne sono, più o meno, 17 e con in tempi che corrono trovarne altri non sarà facilissimo.

Di sicuro, però, c'è che degli stessi 17, 4,2 verranno destinati alla risalita di Città Alta. Il preliminare è ormai in dirittura d'arrivo e mercoledì passerà in Giunta. «Il progetto – ha spiegato l'architetto Pietro Foresti affiancato dall'assessore ai Lavori pubblici Alessio Saltarelli – è più o meno quello già noto: dalla pista ciclabile di via Baioni partirà un nuovo percorso pedonale che consentirà di innestarsi sul tracciato esistente proprio all'altezza del ponte sul Morla. Superato questo attraversamento si punterà verso le Mura con un tunnel che condurrà fino agli ascensori realizzati all'interno di un pozzo di una trentina di metri». «Contiamo di arrivare alla progettazione esecutiva entro la fine dell'anno – ha aggiunto – mentre il cantiere partirà nel 2012, augurandoci di non imbatterci in problemi di tipo geologico con lo scavo».

Risalita, dunque. Ma non solo. L'elenco delle opere contenute nel pop è lungo e «frutto – come sottolinea Saltarelli – di una lunga concertazione e confronto a livello circoscrizionale e cittadino».

Venerdì sera si è così deciso di limitarsi alla presentazione, mentre il dibattito vero e proprio proseguirà nella seduta in programma la prossima settimana. La questione finanziaria sarà, con ogni probabilità, al centro della discussione. Un piccolo anticipo si è avuto con la delibera riguardante l'alienazione dell'area comunale al parco ovest - circa 1.500 metri quadri con un diritto edificatorio di 4.500 metri cubi – decisa prima ancora di conoscere il futuro piano attuativo proprio per fare cassa con un meccanismo per cui l'eventuale vendita all'asta prevede al preliminare l'incasso di un milione di euro, mentre le differenze legate alle trasformazioni verranno determinate al rogito in base all'effettiva destinazione finale.

Proprio la cessione di questo primo gioiello di famiglia ha suscitato un animato dibattito. Critiche le opposizioni per quella che a loro giudizio sarebbe sostanzialmente una svendita. «Inevitabile – replica la maggioranza – in tempi di vacche magre non si può fare altro».

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