L'invasione dei cinghiali:
danni aumentati del 600%

La presenza del cinghiale in Bergamasca sta diventando un problema anche economico: i danni che la Provincia è stata chiamata a risarcire sono aumentati in sei anni, dal 2004 all'anno scorso, di oltre il 600 per cento.

La presenza del cinghiale in Bergamasca sta diventando un problema anche economico: i danni che la Provincia è stata chiamata a risarcire sono aumentati in sei anni, dal 2004 all'anno scorso, di oltre il 600 per cento.

Il cinghiale - spiega l'ente di via Tasso - rappresenta da un lato una risorsa e un'opportunità per poche persone che si dedicano alla caccia specifica ma, dall'altro sta diventando un serio problema per coloro, e sono tanti, che del cinghiale stanno subendo i danni.

Agricoltori che si vedono i campi devastati dal passaggio degli ungulati, cittadini comuni che si trovano a convivere con la presenza di un animale potenzialmente pericoloso, sindaci che si sentono in dovere di proteggere i propri concittadini attraverso apposite ordinanze e la Provincia obbligata a rimborsare i danni prodotti alle imprese agricole distogliendo risorse economiche altrimenti destinate alla realizzazione di progetti utili all'intera collettività bergamasca.

L'aumento progressivo dei danni provocati da cinghiali alle produzioni agricole e rimborsati dalla Provincia di Bergamo:
2004 - 13.573 euro
2005 - 11.236
2006 - 19.658
2007 - 24.253
2008 - 54.641
2009 - 54.070
2010 - 79.396

L'incremento dei danni rimborsati dalla Provincia fino al 2010 dimostra, secondo la Provincia, come i numeri indicati non possano corrispondere alla reale fotografia della popolazione del cinghiale nel territorio della Provincia di Bergamo. Diversamente non si spiegherebbe come, ad esempio, a fronte di 402 capi abbattuti nell'anno 2008, su una popolazione stimata di 450, l'anno successivo si stimi nuovamente una popolazione di 500 cinghiali.
Aumento progressivo della presenza del cinghiale censita in provincia di Bergamo

Inoltre dalle proiezioni che emergono dal nuovo censimento relativo all'anno 2011 (ancora in corso e basato su una diversa metodologia di calcolo più efficace e realistica), il numero dei cinghiali - stimato tra l'altro per difetto- si eleva a 1.200 capi.

Ora, dice la Provincia, serve una netta discontinuità con il passato se si vogliono conciliare gli interessi degli agricoltori, le necessità di pubblica sicurezza reclamate dai sindaci e le pur legittime aspettative del mondo venatorio. La Provincia dovrà quindi vagliare tutte le proposte inoltrate dai vari soggetti interessati, sia pubblici che privati, al fine di individuare le azioni più idonee per arrivare a circoscrivere la popolazione di cinghiali in bergamasca entro numeri e località socialmente tollerabili.

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