Malati cronici, si studia un piano:
occorre trovare 118 posti letto

Giorni di consultazioni tra Asl e strutture sanitarie pubbliche e private della Bergamasca per l'annunciata «rivoluzione» nell'assistenza ai malati cronici, in particolare gli anziani. Entro il 31 maggio serve un progetto per 118 posti letto a Bergamo.

Giorni di consultazioni tra Asl e strutture sanitarie pubbliche e private della Bergamasca per l'annunciata «rivoluzione» nell'assistenza ai malati cronici, in particolare gli anziani, e che sta già mettendo i sindacati in allerta.

Entro il 31 maggio, infatti, l'Azienda sanitaria locale di Bergamo deve presentare un progetto, sulla base di una delibera regionale che prevede in  Lombardia l'attivazione di 1.145 posti letto per le cure sub acute, dei quali 118 a Bergamo.

Posti dedicati a «pazienti prevalentemente anziani dismessi dall'ospedale ma non in condizioni di poter essere adeguatamente assistiti al proprio domicilio e di pazienti anziani e/o cronici con una tendenza all'instabilità clinica, quando le possibilità di assistenza domiciliare non offrano garanzie sufficienti»; la delibera prevede che questi posti letto debbano essere organizzati in Unità specifiche di almeno 20 posti l'una.

L'Asl ha già in fase di elaborazione un suo «disegno» di riorganizzazione per i sub acuti, e sta tastando le disponibilità delle aziende ospedaliere: «Puntiamo a un percorso condiviso», evidenzia il direttore generale dell'Asl Mara Azzi. Domani, intanto, i sindacati, Cgil, Cisl e Uil comparto sanità e welfare, avranno un incontro con il dg Azzi: sulla vicenda pare vogliano mettere diversi «puntini sulle i».

La questione è delicata e complessa: da un lato c'è una oggettiva necessità per i sub acuti, perché i bisogni aumentano, dall'altro, per istituire i nuovi posti, spiega Orazio Amboni, Dipartimento Welfare Cgil «bisogna chiuderne altri: secondo la delibera almeno mille a livello regionale, e si teme per la riabilitazione, perché sulla base dell'accordo Stato-Regioni, la Lombardia dovrebbe scendere dall'1 allo 0,7 per mille».

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