La Ruah compie vent'anni:
un'antesignana dell'accoglienza

Sabato 30 aprile la Ruah compie vent'anni e da quel lontano 1991 tante cose sono cambiate. Non lo spirito di accoglienza, di sostegno e di rispetto di diritti e di doveri reciproci che ha sempre contraddistinto chi ha sostenuto, con il suo lavoro, la struttura.

Un ex ragioniere appena affacciatosi al mondo dei libri, con una passione quasi genetica per la gente del Terzo mondo, un ex perito, cooperante in Africa, uniti alla lungimiranza e allo spirito di accoglienza dei sacerdoti del Patronato San Vincenzo di Bergamo: un mix inusuale, qualche colpo di shaker ed ecco la Comunità Ruah, che oggi è praticamente un'impresa («duplicata» in Associazione onlus Ruah e Cooperativa Ruah, per l'inserimento alloggiativo e lavorativo di stranieri e italiani).

Sabato 30 aprile la Ruah compie vent'anni e da quel lontano 1991 tante cose sono cambiate. Non lo spirito di accoglienza, di sostegno e di rispetto di diritti e di doveri reciproci che ha sempre contraddistinto chi ha sostenuto, con il suo lavoro, questa struttura: i sacerdoti del Patronato appunto, con le braccia e la mente di Bruno Goisis, da 14 anni nelle Ruah, oggi presidente della Cooperativa, e del «papà» Giulio Baroni, oggi presidente dell'Associazione.

Vent'anni fa l'accoglienza dei primi stranieri. Nel 2011, la Ruah è arrivata a oltre 3.000 persone accolte. Fa prima accoglienza a Villa Quarti (che è della Caritas, gestita dalla Ruah), e anche la cosiddetta seconda, con oltre 18 appartamenti a disposizione della Cooperativa, comprese le strutture per donne «Gilania» a Brembate Sopra e il Condominio Mater in città. La Ruah è stata antesignana dell'accoglienza, oggi è un'istituzione.

Leggi due pagine speciali su L'Eco di Bergamo del 16 aprile

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