Immigrazione clandestina: il caso
Condannato 4 volte in due mesi

Arrestato e condannato quattro volte in poco più di due mesi per lo stesso reato: la legge sull'immigrazione. È successo a Mohamed, 28enne tunisino, detenuto da giugno 2010 nella Casa circondariale di Bergamo, dalla quale dovrebbe uscire solo il 10 settembre 2012.

Arrestato e condannato quattro volte in poco più di due mesi per lo stesso reato: la legge sull'immigrazione. È successo a Mohamed, 28enne tunisino, detenuto da giugno 2010 nella Casa circondariale di Bergamo, dalla quale dovrebbe uscire solo il 10 settembre 2012. Anche se ora, alla luce della sentenza della Corte di giustizia europea, potrebbe essere scarcerato. Il suo immediato futuro è legato agli esiti di un incidente di esecuzione promosso dal suo avvocato, Luca Bosisio di Bergamo.

La vicenda processuale di Mohamed è indicativa di un sistema amministrativo e sanzionatorio che, come sostengono i giudici europei nella sentenza pubblicata ieri, appare inadeguato a perseguire gli scopi che si prefigge la legge, cioè contenere l'immigrazione clandestina.

Mohamed intercetta le forze dell'ordine la prima volta nel 2008, a Brindisi, quando viene colpito da un ordine di allontanamento del territorio italiano dal prefetto. Passano due anni e nel frattempo entra in vigore la legge 94 del 2009, il pacchetto sicurezza, che inasprisce le pene e introduce il reato di immigrazione clandestina.

Il 7 aprile 2010 Mohamed viene arrestato a Bergamo per non aver lasciato l'Italia nonostante l'ordine del 2008. Il giorno dopo finisce a processo e patteggia il minimo della pena: 5 mesi e 10 giorni. Viene emesso, come previsto, un nuovo ordine del questore che lo obbliga a lasciare l'Italia entro 5 giorni.

Non trascorre nemmeno un mese che viene di nuovo arrestato dalle forze dell'ordine, il 5 maggio. A processo, il giorno dopo, patteggia 10 mesi, pena sospesa e nuovo ordine del questore. Due settimane dopo, il 20 maggio, viene di nuovo arrestato e processato con rito abbreviato. Nella sentenza il giudice riconosce riconosce lo stato di emarginazione e di indigenza in cui si trova Mohamed, ma non lo ritiene tale da giudicare credibile l'impossibilità di allontanarsi dal territorio italiano. Tuttavia concede le attenuanti generiche e lo condanna a 5 mesi e 10 giorni, senza sospendere la pena perché ritiene che sussistano i presupposti per la recidiva.

Anche in questo caso, viene emesso un nuovo ordine del questore. Nemmeno il tempo di attendere il passaggio nelle cancellerie perché la sentenza diventasse irrevocabile, che Mohamed viene arrestato una quarta volta, il 12 giugno. Il giudice convalida l'arresto e questa volta dispone la custodia cautelare in carcere. In abbreviato Mohamed viene condannato a 8 mesi e da allora è recluso a Bergamo.

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